Italiano
English

Cold case

Aggiornato il:

Da:

Cold case, casi freddi. Così vengono chiamate le indagini senza soluzione e che finiscono in archivio; storie da America, o da grandi città? Figuriamoci, anche la piccola e ridente Bugliano ne ha almeno un paio e tocca a Adri tentare di venirne a capo!


Risveglio

Un altro lunedì è arrivato e il calendario, crudele, mi mostra che siamo ancora a febbraio per cui fino ad aprile la vacanza rimane soltanto un sogno.

Adesso poi, che ho ben quattro bug chaser da accontentare, avrei voglia di fare i bagagli e partire con loro il più lontano possibile per tornare qui solo quando tutti sono già positivi.

“Buongiorno, Gifter! Ben svegliato!” C’è Alison Grant al mio fianco, la nipote di Raymond Still e sono molto felice di aver mantenuto la promessa fatta in punto di morte al povero scienziato: Ali sarà fra non molto la mia primogenita virale e ora che è qui abbracciata a me, non si può più tornare indietro!

“Tu sei un grande, sei meraviglioso. Non dovessimo lavorare tutto il giorno, ti chiederei il secondo round per dare un’accelerata a HIV nostro!”

Sensi di colpa

Inutile nasconderlo, mi sento sollevato perché la mia chaser non ha alcun rimorso! Ho faticato a dormire stanotte all’idea che potesse pentirsi del nostro incontro; nel caso avremmo avuto 48 ore di tempo per salvare la sua negatività andando all’ospedale, le avrebbero dato 30 giorni di profilassi post-esposizione ma se poi era uno dei pochi casi in cui la terapia non funzionava? Avrei fatto del male alla nipote del mio più caro amico e mi sarei sentito in colpa a vita.

“Ti fai troppi film mentali, poliziotto!” Alison mi sorride e si stacca mal volentieri dal mio abbraccio; ormai sono un gifter, adesso c’è bisogno soltanto dell’ufficialità ma ancora mi sembra troppo bello e semplice per esser vero poiché a tutto il resto del mondo pieno di sierofobia è sufficiente la mia positività e il medaglione biohazard che indosso, per etichettarmi nel peggiore dei modi e volermi in prigione se non addirittura morto.

Cold case

“Dai, forza, prendiamoci un caffè al volo poi mettiamoci a lavorare!” Quando Ali si mette una cosa in testa neanche un terremoto le fa cambiare idea, così mi rassegno ad accendere il portatile anche se oggi mi ero preso un giorno libero apposta per lei.

Appoggio il computer sul letto e guardo gli ultimi appunti che Alison mi aveva mandato ancora prima della morte di Raymond: “La soluzione è la sierofobia”, era una e-mail a cui non avevo mai dato seguito giudicandola insignificante; poi la lettera anonima intitolata “02022022” che mi accingo a leggere un’altra volta.

“Ecco gifter, lo vedi anche tu? Non ti sembra un riferimento ad Arianna Preziosi?”

Mi concentro sui dettagli: 26 novembre 2014, associazione BLAH, ragazza giovanissima coi capelli biondi lunghi fino alle spalle. Corrisponde la descrizione di Arianna e la data della scomparsa, e non ci vuole molto per cercare il suo profilo su Facebook rimasto ancora attivo: Arianna Preziosi; corrisponde anche il giorno della sua nascita 2 febbraio.

“Lo ammetto”, mi sorride Ali indicando la foto della donna. “Arianna dimostra, dimostrava, diversi anni in meno. Hai già parlato con suo figlio?”

Riccardo non condivide volentieri la sua vita privata e io evito di insistere, da quand’è arrivato al CampusIbuol ci siamo incontrati solo per giocare on line e ho rispettato il suo desiderio di riservatezza. Del resto prima che il mio virus raccontasse di StealthBomber neanche sapevamo chi fosse il gifter di quel ragazzo e sono cosciente che svelare certe mie confidenze a un positivo con un virus estraneo a HIV di Bugliano, è poco prudente.

“Ora siamo certi che Arianna sia morta e potremmo pure affrontare la cosa con lui, non credi?”

Con la dovuta delicatezza, Alison. Tu fai la giornalista e lascia a me il dovere di parlare con chi ha perso un familiare per morte violenta!

Ali accende il suo tablet e mette in evidenza una cartella Cold Case; dagli anni 50 agli 80 nessun omicidio era considerato irrisolto, evidentemente, o forse lei non aveva trovato abbastanza informazioni in merito. Non posso pensare che a Bugliano la polizia abbia sempre chiuso ogni indagine per omicidio arrestando il criminale reo confesso. No, è impossibile!

“Il primo lo conosciamo bene, gifter. La povera Maria Sole sgozzata in Russia e il secondo…”

1988, Maria Sole Solari. 1998, Beniamino La Scala! All’epoca avevo soltanto 10 anni e ricordo come fosse ieri quando mia madre mi ha portato via di corsa perché “papà si era fatto molto male”.

Solo in seguito mi ha spiegato che era morto per dissanguamento a causa del lampadario cadutogli in testa mentre lo stava montando e in primo momento si pensava a un incidente domestico, archiviato poi come suicidio.

Ma anche se ero un ragazzino non c’ho mai creduto, papà ci amava e l’ultima cosa che avrebbe voluto fare era abbandonarci. Anche se mamma poi a farmi crescere se l’è cavata benissimo grazie all’aiuto dello “zio Bruno”, l’avvocato Bruno Maggio che ha sempre dimostrato di volermi bene… Anche troppo.

“Io, te, l’agente Turnpike e Riccardo vendicheremo i vostri genitori puoi giurarci!” Da quando l’ho conosciuta non ho mai visto Alison così determinata, chissà se c’è dell’altro o è la conversione imminente! Ma cosa c’entra il mio capo adesso?

“Tu non lo sai Gifter, ma Floyd Turnpike è il papà di Ricky. E in quanto al tuo, ecco, non sei figlio di Benny La Scala.”

Alison, piccola chaser, quante cazzate stai dicendo! Sarai pure giornalista, ma stai dando per vere tutte le fake news dell’Internet?

La mail con scritto “la sierofobia è la soluzione” però mi colpisce più di tutti gli altri appunti, quel “la sierofobia” in grassetto salta inevitabilmente all’occhio.

“Hai perso tutta la grinta, profiler? Mentre stai a pensare, ci potrebbe scappare un altro morto! Dai, è più semplice di quanto tu creda.”

StealthBomber, il mio virus l’aveva detto qualche giorno fa coi suoi soliti anagrammi: “la sierofobia —> e Fabio Solari”.

D’accordo, non dovrei dubitare del mio HIV, ma se questo Fabio è il papà di Maria Sole sarà ben vecchio se non addirittura morto; e poi se è positivo con un altro ceppo, a quale pro viene a dissanguare i nostri amici?


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

DISCLAIMER

Le storie ambientate nel “Mondo Positivo” sono opere di pura fantasia e non rappresentano fatti o persone reali. Gli autori, attivi da tempo nella lotta a HIV e AIDS, utilizzano queste narrazioni per contrastare lo stigma legato all’infezione.

Si sottolinea che tali racconti non incoraggiano comportamenti dannosi per la salute ma la finalità è sensibilizzare sulla prevenzione educando al rispetto per le persone che vivono con l’HIV.


Mondo positivo: sezioni


Social Network Decentralizzato (Italiano/Inglese)

Nessuna conoscenza del Fediverso? Seguici tramite il feed RSS globale..