Parliamo d’amore, una buona volta! E facciamolo con le canzoni perché ai media “conservatori” non sembra vero di scandalizzarsi con molti brani attuali a loro dire “senza genere”. Ma è veramente una nuova moda, è la “propaganda arcobaleno” di cui tanto abbaiano? Con tutto il rispetto per chi veramente abbaia e ha quattro zampe, ovvio.
Da un genere all’altro: Tiziano Ferro
Tiziano Ferro: un sacco di volte si è parlato di lui come cantante e come uomo, qualcuno lo ha anche offeso perché ha adottato dei figli essendo gay, la gente davvero parla col culo. Eppure Tiziano è un gran professionista della musica anche se, onestamente, quando ha iniziato con quella canzone “xdono” che poi sarebbe PERDONO, nessuno di noi due blogger gli avrebbe dato un centesimo.
Fatto sta che nel 2020 a Sanremo, prima edizione con Amadeus, ha staccato una performance spettacolare di “almeno tu nell’universo” celebre pezzo di Mia Martini: “per un cantante questo brano è un’operazione a cuore aperto!”, sono state le sue parole infatti a fine brano si è emozionato e ha pianto. Si è commosso lui, e ci siamo commossi noi!
Una cosa però ci ha lasciato perplessi di questa esibizione, perché Tiziano Ferro ha dichiarato: “è la prima volta che un uomo canta questo pezzo. L’ha detto lo stesso Lauzi che non può essere declinato al maschile, cambiando il genere da ‘tu che sei diverso’ a ‘diversa’ cade la rima con universo. Perciò tengo molto ad averla cantata io” (sottintendendo “che sono gay”). Va bene, Bruno Lauzi ha scritto il testo per Mia Martini! Ma quando canti una cover, perché dovresti guardare il genere dei protagonisti? Che senso ha? Quella sera eravamo in conferenza on line e guardavamo Sanremo con la condivisione dell’audio, fatto sta che fra noi ne abbiamo discusso per un’ora.
“Dimmi che per sempre sarai sincero, e che mi amerai davvero”, ora spiegateci perché un uomo con una voce meritevole di eseguire questo brano non dovrebbe cantarlo solo per la mancata declinazione al femminile.
Ci ha dato l’impressione che Ferro volesse il doppio applauso. Uno per aver eseguito un brano difficile e l’altro per aver portato la propria omosessualità sul palco facendo la dedica a un uomo -suo marito, Victor Allen-. Ma chi se ne frega scusate, se meriti l’applauso lo meriti a prescindere con una performance come quella!
Poi, ammettiamolo: un po’ abbiamo sognato la commozione anche di Victor a sentire quell’interpretazione però essendo due autori di fantasia lavorare con l’immaginazione ci è concesso.
Amore moderno?
Alla stampa, soprattutto quella schierata in un certo modo, fa gola sentir parlare di amore e genere. Sempre. Anche se quando si parla di musica dovrebbe contare solo il senso che la parola “genere” assume in quel contesto. Genere pop, rock, melodico, quello che volete. Anzi, questi perversi tirano sempre fuori la “teoria gender” ovunque. Una parolona che, per loro, è peggiore della peste nera del 1348 peccato se la siano inventati loro.
Ci vogliono togliere il genere dalle canzoni! Non ce lo toglierete! No! No! No! Salviamo le canzoni d’amore!
Oppure, dall’altra parte, se in una canzone i personaggi non vengono declinati, ecco che si va in cerca del cantante gay: Mahmood, Mengoni, Michele Bravi per citare alcuni artisti moderni.
Ma siamo sicuri che le canzoni d’amore senza genere appartengano agli artisti gay?
Amore col genere: fat bottomed girls
Va bene, più che d’amore fat bottomed girls parla di sesso. Anzi al giorno d’oggi verrebbe definita addirittura sessista – canzone sessista cantata da un artista gay! 11111 svelia!
In inglese comunque certi problemi non ci sono perché la declinazione degli aggettivi non esiste, salvo quando si specifica un soggetto o complemento oggetto: he/she, his/her – lui e lei, pronome soggetto e pronome oggetto, maschile e femminile. Il “they” -loro- usato al singolare è stato oggetto di discussione per secoli, anche se i soliti l’hanno fatto passare per “teoria del gender” peccato venisse usato anche nella Bibbia. -Fonte: Paolo Attivissimo, il disinformatico-.
Non importa: fatto sta che i queen cantavano “le ragazze col culo grosso fanno girare questo pazzo mondo”! Dopodiché se lo diciamo, ci accusano di body shaming. Non importa.
Giustificarsi quando si canta senza genere
Come detto: ci sono un sacco di artisti i quali vengono subissati dai media perché hanno scritto o cantato un brano d’amore senza declinare il genere: lo fai perché sei gay? Questo è dedicato a chi?
Eppure anche in Italia lo si fa dagli anni 90 se non prima e i cantanti in oggetto sono eterissimi. No, aspetta, eterissimo. Perché etero è singolare, plurale, maschile, femminile,neutro.
Ivana Spagna e Max Pezzali, precisamente; documentiamo alcune canzoni che hanno accompagnato le nostre adolescenze e anche oltre.
Ivana Spagna – come il cielo
Cerco un po’ d’amore, cerco qualcuno che. Mi faccia un po’ ballare, per non pensare a te.
In cerca di un’emozione, per non pensare a chi, prima ti prende il cuore e poi te lo butta via.
E vedo tutto blu, come i tuoi occhi blu, che non incontro più; è come un’onda blu, come il cielo.
“Cerco qualcuno che mi faccia ballare”, ora datemi le prove che quel “qualcuno” sia un maschio.
“Qualcuno”, come “nessuno”, è declinabile ma quando è collettivo, è neutro: c’è nessuno? Ho bisogno di qualcuno a darmi un aiuto. Cerco qualcuno in grado di amarmi. Ecco.
Era il 1995 e Spagna ha avuto quel periodo in cui, dopo il successo coi brani in inglese anni 80, si è messa a cantare in italiano.
Ivana Spagna – Gente come noi
Questo brano è stato presentato al festival di Sanremo 1995 e, anche qui, c’è l’uso del pronome “qualcuno” ma non viene specificato il genere.
La lontananza è peggio di una malattia (Se ami quello che non c’è)
Se ami qualcuno che non c’è (In nome dell’amore)
In nome dell’amore non buttarlo via
Qualcuno ne morirà se non ritrova te
Questa poi è stata presa di mira perché considerata simile a “last Christmas” degli Wham, ma è un’altra storia.
Avevamo rispettivamente 15 e 20 anni quand’è uscita questa canzone e ci sembrava stupida, adesso però sentita da adulti assume un significato completamente diverso.
La canzone illustra due persone rimaste in buoni rapporti anche dopo la fine di una storia, situazione che può accadere in una coppia etero, gay, qualunque. Non ha alcuna importanza e Spagna l’ha capito.
Ivana Spagna – e io penso a te
Sto tanto male senza te, c’è un vuoto che più vuoto non c’è, è come un pezzo della vita mia che mi porti via.
Con quella forza che non ho, con quel coraggio che troverò. Anche col nome tuo, nella mente mia, avanti andrò.
Sanremo 1996. Canzone malinconica su un amore finito e la persona che presumibilmente si ritrova sola in una casa vuota.
Qui si usa “vicino” e potrebbe essere considerato come declinato al maschile ambiguo come “qualcuno”, tuttavia “vicino” è un avverbio di luogo.
e mi sveglio al mattino che già penso a te, con la voglia di averti vicino.
“Con la voglia di avere te vicino a me, il tuo corpo vicino al mio, insomma ci siamo capiti.
Nel caso specifico il sinonimo “accanto” è inutilizzabile perché avrebbe vanificato la rima con la strofa dopo:
“e ogni volta ti cerco ma al tuo posto c’è, come sempre soltanto un cuscino”.
D’accordo, d’accordo: parlando del letto, l’avverbio “vicino” potrebbe avere tanti altri sinonimi! Accanto, sopra, sotto, dietro… Oh! Insomma! Dobbiamo guardare i dettagli adesso?
Fra l’altro, questo brano pone altri dubbi oltre al genere dei personaggi: storia finita perché “il grande amore” se n’è andato di casa, ma potrebbe essere anche morto.
Ed arriva la sera, ed io penso a te. Il tuo nome nella mia preghiera. Intorno a me, solo silenzio c’è. Ed un buio che mi fa paura.
Oh! Ma si può essere più negativi di così?
Max Pezzali feat. Ex-Otago
Chi sia questo ex-otago non lo sappiamo e onestamente adesso ce ne importa poco, ma in questo brano estivo, l’ex cantante degli 883 ha confezionato una bella canzone positiva inno all’estate e all’amore. Per cui, il genere, non c’è!
Un’estate ci salverà, dalle cene con i tuoi, dai mondiali e dagli europei, dagli inverni che non passano mai.
Un’estate basterà, per trovare una casa, alle nostre fantasie, che non vogliono finire mai!
E noi abbiamo trovato una casa alle nostre fantasie, eccoci qui, il Mondo Positivo è nato proprio durante un’estate. Quella del 2019. Ecco perché questa canzone, uscita nel 2017, è diventata uno dei nostri inni.
Poi qualcuno si inventi pure che “un’estate ci salverà dalle cene con i tuoi, dai mondiali e dagli europei” sia uno stereotipo maschile o etero. Non ci risulta!
“Senza le nostre paranoie resteremo soli ancora un po’, perché ci vogliamo bene e non ci sono alternative all’amore, che non ha risposte”.
La citazione di Max Pezzali è assolutamente appropriata e mette a tacere ogni chiacchiera su amore e genere.
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