Benjamin Bruckner a Bugliano ha trovato nuovi amici e soprattutto nessuno giudica più il suo HIV, anzi. Ma non si vive bene con l’idea di un serial killer a piede libero…
La bozza
“Bisogna affinare la tecnica, l’ultima volta se n’è sprecato parecchio e ha imbrattato i miei vestiti.
L’HIV è un bene prezioso e quando alla preda si apre la giugulare o l’arteria femorale, il sangue zampilla velocissimo e necessita rapidità col contenitore per non perderne una goccia. Quanto vorrei essere abile nelle tecniche di persuasione come le conosceva l’amore che ho perso, a lui non servivano i sonniferi perché bastava poco e le sue conquiste gli cadevano ai piedi.
La ragazza nuova è accanto a me e dorme beata, ha talmente bisogno di affetto che non c’è voluto uno sforzo eccessivo per convincerla a venire con me. Ci daremo qualche giorno di gioia, mangerà bene per guadagnare energia e poi…
Lo leggo una, due, tre volte: è l’incipit del nuovo romanzo che Anthony mi ha mandato via e-mail e solo queste poche righe mi stanno facendo tremare.
Devo ammetterlo mio malgrado, più guardo questa breve introduzione più ho paura per me e il mio virus. Forse la studentessa sparita qui al CampusIBUOL mi ha condizionato perché prima d’ora non ho mai provato un simile sconcerto, fatto sta che non sono sicuro di poter dormire stanotte e l’idea di avere Anthony a fianco sul letto, mi crea ancora più agitazione.
Sono fiero di averlo portato fino al successo, il killer giustiziere PozDrinker è un bel personaggio ma nell’ultima opera qualcosa stride. Mi dà l’impressione sia la descrizione della realtà, non mi tolgo dalla testa l’immagine della ragazza che sta lottando per liberarsi dal maniaco.
Povera Siria, è stata lei a contattare me e Anthony per organizzare l’evento sui serial killer super eroi e adesso desidero rendermi utile per chi la sta cercando. Sempre se, la stanno cercando!
“Aprire la giugulare o l’arteria femorale”, ecco, perché adesso Anthony impiega termini tecnici? Fin dalle lezioni introduttive gli ho spiegato che quando si racconta una storia bisogna prima aver chiaro a chi si rivolge. E se nei romanzi precedenti non ha mai descritto gli omicidi ma solo i poteri acquisiti bevendo il sangue, per quale ragione adesso vuole evidenziare certi particolari?
Lasciare Bugliano? Impossibile!
Dopo l’incidente aereo avvenuto di recente, ho cercato di fare il possibile per convincere tutto il Campus a tranquillizzarsi. Chi aveva interesse a sabotare un aeroplano? Mio figlio Hunter è arrivato a Chicago sano e salvo e altri voli sono passati dall’aeroporto di Bugliano anche dopo, ma soprattutto l’eventuale serial killer dissanguatore non poteva guadagnare molto ammazzando decine di persone, sempre dando per vera la sua esistenza perché i corpi delle povere vittime non sarebbero certo stati accessibili al primo estraneo di passaggio.
Invece le mie convinzioni sono crollate una dopo l’altra quando Siria ha fatto perdere le proprie tracce: qui a Bugliano, al Campus universitario, c’è una persona pericolosa; fosse per me scapperei di corsa ma devo troppo a Siria, aiutarla a salvarsi è il minimo che possa fare per sdebitarmi.
22 aprile
Stavamo tutti seduti in giardino a goderci il sole prendendoci in giro come è costume della comunità. Freddie scherzava con me sul nostro passato di droga e promiscuità che in fondo non ci manca per niente, immaginando Adri intento a frequentare tutti i locali sporcaccioni di Bugliano periferia e gli altri si arrabbiavano: il profiler non si comporterebbe mai così, cascasse il mondo!
Adri non c’era, stava preparando le borse per il viaggio a Parigi così il discorso è caduto e Anthony si è messo in mezzo rincarando la dose su di me:
“Le persone cambiano, Gifter Ben! Anche tu vent’anni fa eri disgustato dai bug chaser e adesso vuoi convertirmi.”
Avevo precisato subito la mia posizione in merito: prima l’approvazione del nuovo romanzo sulla conversione di Pozdrinker, poi si parlerà di dare il virus all’autore ma se convertire il personaggio significa ucciderlo, avrei stroncato il libro sul nascere.
Tutti sembravano interessati alla discussione eccetto Siria e Tatiana che, invece, rimanevano in disparte a scrivere messaggi; stavano sedute una di fronte all’altra e preferivano la chat alle parole? Era evidente la loro volontà di mantenere un segreto.
“Vado in farmacia, torno tra poco!” Lungi da me spettegolare ma quando Tatiana ci ha salutati e si è allontanata in bici, ho raggiunto Siria. Faceva di tutto per nascondere gli occhi lucidi e io non ho potuto fare a meno di preoccuparmi.
“Sono nei guai, Ben, davvero non so che fare…”
Appoggiandosi alla mia spalla, si era sfogata parlando di un ritardo nel suo ciclo e a quel punto avevo alzato bandiera bianca: gay e con un figlio adottivo maschio ero proprio l’ultimo a poterle dare suggerimenti, ci sarei comunque stato qualora avesse voluto confidarsi e anche Anthony aveva detto la sua: “ci sono io nel caso in cui il padre del nascituro tolga le tende. Ho sempre voluto avere un bambino e questa è l’occasione.”
Oltre a esser giudicato un autore di best seller Anthony Flynn merita il titolo di “parole dette a sproposito nei momenti meno opportuni”, soprattutto quando vuole rimediare con uscite tipo “io volevo solo essere gentile!” No, Siria in quel contesto aveva bisogno di un amico e forse neanche desiderava quella gravidanza.
Per cui niente ho fatto per fermarla quando ha mandato lo scrittore sonoramente affanculo, ci ha voltato le spalle e se n’è andata. L’ho vista qualche ora dopo da sola al tavolo della cucina e ci siamo parlati ancora un po’, ho cercato di convincerla a discuterne con tutta la comunità e non c’è stato verso. Poi col casino successo per l’aereo, non siamo più entrati in discorso.
26 aprile
Da poco erano passate le sei del mattino e qualcuno aveva bussato discretamente alla mia porta, svegliandomi di soprassalto. Anthony invece, dormiva ancora come un ghiro così ne ho approfittato per uscire.
“Scusami, Ben, scusa dell’ora!” Siria mi aveva preso per mano e insieme ci eravamo diretti all’ascensore. Che diavolo di intenzioni aveva così presto?
“C’è una cosa che ti voglio mostrare Benjamin, tu sei l’unico a capire di libri antichi. Certa immondizia non fa parte della nostra comunità, lo sento.”
Abitualmente quando si tratta di lettura la curiosità mi uccide, così senza esitazioni mi ero lasciato condurre da Siria giù per le scale; non c’era anima viva, il silenzio faceva quasi paura ma lei sapeva perfettamente dove andare.
“Ecco”, mi aveva detto fermandosi davanti a una lavatrice. “Mezz’ora fa stavo raccogliendo la biancheria da qui e avevo la testa nell’oblò perché un calzino era rimasto incastrato. Ho sentito un rumore dietro le mie spalle ma non ho capito chi fosse.”
Sull’elettrodomestico era attaccato col nastro adesivo quello che sembrava un mosaico, le cui tessere erano formate da ritagli di vecchi libri scolastici messi insieme a comporre delle frasi in latino.
“Non c’era questa roba quando sono scesa, capisci? Io mi sono spaventata a morte e sono rimasta con la testa dentro qui, mi sono alzata solo quando ho sentito di nuovo silenzio e poi ho trovato questo affare appeso.”
Latino, io non l’ho studiato ma fare ricerche in rete col tablet era stato semplice!
Me mortuo terra misceatur incendio. – Morto io, il mondo può anche bruciare.
Mors non accipit excusationes. – La morte non ammette scuse.
Bona mors est homini, vitae quae extinguit mala. – La morte è un bene per l’uomo perché pone fine ai mali della vita.
Nemo ante mortem beatus. – Nessuno è felice prima di morire.
Mulieri, ne mortuae quidem, credendum est. – Non bisogna credere a una donna, neanche da morta.
Erano antiche citazioni sulla morte per me prive di significato, probabilmente messe in giro da qualcuno che voleva ripassare latino in modo maldestro o copiare, e aveva usato lo stratagemma della lavatrice? Mi ero limitato a prendere con me la composizione di ritagli e portarmela di sopra, d’accordo con Siria che l’avrei studiata con calma anche insieme ad Anthony.
Chissà se le frasi avevano qualcosa a che fare con la sua sparizione, quel tizio se voleva avrebbe potuto uccidere Siria chiudendole lo sportello della lavatrice in testa o tirandole una coltellata alle spalle, a quale pro lasciarla andare? Lei e Tatiana si erano parlate qualche ora dopo, ma apparentemente senza far parola delle scritte che stanno tutt’ora qui su da me.
Oggi: PozDrinker
“Ma ancora le lettere?” mi chiede Anthony, esasperato. “Ormai è una settimana che ti spacchi la testa con quella merda. Se è andato veramente come dici, porta tutto all’agente Turnpike, o al commissariato di Bugliano addirittura.”
Avrò inquinato le prove come minimo, Floyd Turnpike mi giudicherà un irresponsabile e avrebbe anche tutte le ragioni del mondo!
“Però quella, ”morto io il mondo può anche bruciare”, è una bella frase di ispirazione per PozDrinker sai? Magari la integro nella prossima bozza. Tu però almeno dammi la soddisfazione di leggere la prima! Te l’ho mandata una decina di giorni fa e ancora non mi caghi.”
Non ho mail della settimana scorsa, ma quella di oggi cosa è? Apro il tablet e gli mostro l’incipit cruento: se il romanzo inizia così, meglio buttarlo nel cestino ancora prima di finire la stesura.
“Oh cazzo, Gifter! Io te lo giuro, non è opera mia questo schifo! Ho avuto un attacco informatico dieci giorni fa circa e non riesco più a entrare nella posta. A questo punto nemmeno so se la mia vera bozza ti è arrivata!”
Il mio allievo tenta di accedere alla propria mail davanti ai miei occhi e in effetti il messaggio di errore è il solito: “password non corretta”, senza neanche permetterne il recupero.
Ti hanno clonato l’account, Flynn. E a farlo è la stessa persona che ha rapito Siria.
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