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Hunter, sei davvero un bullo maleducato!

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Povero Benjamin Bruckner, così legato a suo figlio Hunter. Non può essere lui, il bullo maleducato che ha di fronte!


Solo un incidente!

“Non ti preoccupare Ben, la situazione è già risolta”.

Grazie al cazzo, è facile per l’agente Floyd Turnpike dirmi così e insabbiare tutto; a picchiare un altro poliziotto è stato mio figlio, mica il suo! Chi se ne importa di come io mi senta davvero? Basta salvare la reputazione, vero sbirro?

Hunter, che è venuto a Bugliano a mia insaputa. Se solo me l’avesse detto avremmo potuto organizzarci diversamente, gli potevo spiegare come funziona il CampusIbuol e soprattutto il Mondo Positivo. Invece no, per Tatiana ha perso il senno e ora ha deciso di litigare con la persona sbagliata mettendoci tutti nei guai.

“Devi credermi, Ben, conosco Adri da una vita! Non avrebbe mai alzato le mani senza essere provocato e anche il ragazzo ha superato da un pezzo la fase da bullo, quello che è successo è stato solo un incidente dovuto a un terribile equivoco!”

Posso anche prenderla per buona, ma se mio figlio aveva un labbro spaccato e Adri è stato rimosso dalle indagini sul dissanguatore ci sarà una ragione! Si sono scazzottati, chiamiamo le cose col loro nome per una volta.

“Ammetto che è andata come dici tu ma non è così grave te lo garantisco: stammi a sentire Benjamin, io sono stato uno dei primi agenti a occuparmi di Hunter. Ero alle prime armi quando lavoravo a Pittsburgh, lui è stato il mio primo caso difficile. Praticamente un bambino che vendeva il suo corpo a 13 anni, cosa dovevo fare? Lasciarlo lì? Ho arrestato il suo protettore e fatto portare lui in un centro di accoglienza. Forse non puoi immaginarlo davvero ma in quelle condizioni impari a difenderti con le unghie e i denti, nel vero senso della parola.”

A quale pro rivangare il passato di mio figlio! Ha già sofferto abbastanza quando scappava di continuo dai centri di recupero e tornava in strada, quel capitolo è ermeticamente chiuso e nessuno si deve permettere di scoperchiarlo.

“Calma prof Bruckner, io conosco probabilmente chi gli ha trasmesso HIV, tuo figlio e Adri sono legati più di quanto credano. Hanno fatto a pugni, sì, ma vedrai non si odieranno tanto a lungo basterà sospendere gli antivirali a Hunter. Scommettiamo?”

Sono a dir poco confuso: posso provare amicizia verso Adri, ma Turnpike mi sta chiedendo troppo! Il ragazzo che ho adottato ha fatto il bullo con un poliziotto e io devo tacere per proteggere chissà quale segreto? Poi se Adri è amico del pervertito che ha rubato l’innocenza di un bambino? Che senso ha tutto ciò? Devo andare fino in fondo con questa storia!

Col silenzio non do un buon esempio, inutile lamentarmi se malgrado i miei divieti Hunter ha una relazione clandestina con Tatiana da anni e non me ne sono mai accorto. Gli antivirali poi, sono l’unica certezza che ha oltre a me e mio marito, allora vorrei evitare di metterli in discussione.

“Tu hai smesso da poco coi farmaci inibitori, se non sbaglio. E il tuo virus sta iniziando a comunicare con te, ci hai fatto caso? Dai questa opportunità anche a Hunter! Te lo consiglio. E sul resto non ti posso dire di più, comunque sappi che nessun positivo col nostro ceppo HIV Biohazard ha abusato di un minore. La situazione è molto più complessa di così!”

Bullo e maleducato!

Passi per lo scherzo dello scatolone al Freddie Mercury Tribute Concert, Hunter è adulto e se si è accordato con Turnpike buon per lui, io ero con Anthony Flynn all’ennesima presentazione di un libro e ho saltato la festa di Tatiana; ma la scena che si è presentata un paio di giorni fa davanti ai miei occhi è stata qualcosa di intollerabile per me!

Non avevo le mani sporche né altre necessità fisiologiche ma all’improvviso, mentre leggevo un libro nel parco fuori dal campus, mi ha assalito una fitta al ventre e sono corso nel bagno comune. Figuriamoci se avevo il tempo di salire le scale e raggiungere la mia stanza! Ma appena ho aperto la porta della toilette, mi sono trovato davanti uno spettacolo raccapricciante.

Mio figlio piangeva con un labbro sanguinante, e Adri privo di sensi era sdraiato accanto a lui. “L’ho ammazzato papà, l’ho ammazzato! Non volevo, ma…”

Lo spazio del bagno era piccolo, non potevo fare granché allora sono andato subito da Turnpike: grazie al cielo Adri non era morto e Hunter è venuto subito via con me. Quale motivazione c’era per arrivare alle mani fra due uomini bene educati come loro?

“Quel pezzo di merda pensa che sia stato io a sabotare gli altoparlanti“, si era giustificato Hunter. “E anche qualcosa di peggio! Si è messo a raccontarmi nel dettaglio i suoi incontri sessuali con Tatiana; come dovevo comportarmi?”

Non sicuramente come un bullo maleducato delle scuole medie, Adri è un agente di polizia e sei stato solo fortunato che nessuno abbia deciso di denunciarti ma non ci sarà una seconda possibilità, sappiti regolare.

“Lui è convinto che io sia il dissanguatore perché ho lo scorpione disegnato, capisci? Allora gli ho raccontato di aver messo incinta la sua bug chaser Alison trasmettendole anche il virus, e ci ha creduto come un coglione; è stato allora che mi ha spaccato la faccia!”

Ho provato vergogna in quel momento e gliel’ho detto a brutto muso: sono passati quasi vent’anni e la sua vita trascorsa per metà in strada non era più un alibi per perdonare certi atteggiamenti da maleducato e bullo, Hunter però mi ha sorpreso: “papà! La mia infanzia c’entrerà sempre, fino a quando non scoprirò il mio gifter. I miei padri siete tu e Mikey, so quanto mi amate però desidero conoscere chi mi ha dato il virus perché fino ad allora non potrò fidarmi di qualcuno, al campus o altrove. Eccetto i miei papà, l’agente Floyd e Tatiana ovviamente.”

Floyd Turnpike ha interrotto il mio racconto e mi ha posato una mano su un ginocchio. “Come volevasi dimostrare ho ragione io, fratello!”

Mi fa un certo effetto sentirmi chiamare fratello da un quasi estraneo, non mi sarei mai aspettato prima di ora che avere lo stesso ceppo virale ci potesse unire in questo modo; chissà, forse l’amore fra Hunter e Tatiana è fraterno e io ho fatto di tutto per non vederlo?

“Credi sia stata gastroenterite, Benjamin? Il mal di pancia era il segnale per farti correre in bagno proprio in quel momento perché Hunter e Adri avevano bisogno d’aiuto e HIV nostro lo sapeva. Sono vent’anni che lo hai bloccato coi medicinali, non avete ancora sufficiente sintonia, per cui l’unico modo semplice per farsi ascoltare da te è stato usare il tuo corpo e con Hunter accadrà lo stesso, se non interrompe prima quelle cazzo di pastiglie; devi permettergli di liberare il suo virus o dovrai far fronte a episodi di violenza sempre più frequenti.”

Evitare di parlarne per troppi anni, ecco dove ho sbagliato con Hunter. Esattamente come mi sono comportato col mio HIV! Era solo una questione di ricordare quando assumere i farmaci e la vita sarebbe andata avanti senza altri imprevisti e ora aveva pensato il virus a farci scontrare con le nostre responsabilità nei suoi confronti, così anziché accompagnare Hunter in ospedale per suturare il labbro, l’ho portato dritto nel laboratorio di Evelyn Sloan. non assumere più gli inibitori era fattibile ma solo a una condizione!

Il tempo è galantuomo

Una volta seduto di fronte alla dottoressa Sloan, Hunter bullo maleducato non c’era più: l’uomo ormai di trent’anni abbondanti era tornato il ragazzino fragile e indifeso che io e Michael avevamo tolto dalla strada quasi due decenni prima; meno male il labbro non aveva bisogno di punti ed è stato sufficiente il disinfettante e un cerotto!

“Era solo questione di tempo, Ben! Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. E ora il nostro ragazzo è pronto, giusto?”

“Tu sei la mamma di Tatiana”, le ha risposto Hunter. “Quella che ha allontanato me e lei per tutti questi anni a causa del mio tatuaggio.”

Lui si è spogliato davanti a noi, e anch’io ho potuto guardare meglio la figura dello scorpione decorata con la scritta ”31 10”. Pensavo peggio, onestamente, invece il disegno è assolutamente sobrio. Ho sempre creduto in tutto questo tempo che si chiudesse a chiave mentre faceva la doccia per garantirsi la privacy assoluta, mi ero persino convinto che avesse paura di farsi vedere senza vestiti da me e papà Mikey per i soliti ricordi della vita in strada, invece era per nasconderci il capolavoro! Sì, perché possono dire qualsiasi cosa gli altri ma tanto di cappello al tatuatore.

“Me lo sono fatto nel 2006”, ha spiegato Hunter. “Quando ho frequentato un anno di recitazione a Chicago, ricordi? Avevo compiuto i 18 e insieme al simbolo ho voluto scrivere il mio giorno di nascita.”

Che tempi duri, quelli! Gli era balenata l’idea di fare l’attore ma l’avevano bocciato a tutti gli esami di recitazione, ha girato non so quante scuole prima di arrendersi e trovarsi una professione normale.

“Sì, grazie al cazzo, normale? Sporcarmi le mani di olio per aggiustare le macchine degli altri. A questo punto era meglio quando facevo il cameriere! Ho accettato solo perché il lavoro mi ha permesso di guadagnarmi i soldi per venire a fare recitazione qui all’università di Bugliano.”

Sottovaluto sempre mio figlio e mi sorprende in continuazione; non me la sono sentita di ostacolarlo anche questa volta e l’ho abbracciato: l’avrei aiutato a iscriversi al Campus se necessario, parlando anche coi docenti di recitazione a condizione che avesse accettato di farsi prelevare il sangue da Evelyn.

“Se questo è l’unico modo di conoscere chi è il mio gifter, procediamo! Vi confesso che il tatuatore all’epoca è rimasto deluso quando gli ho confermato di essere positivo. Lui avrebbe voluto la mia negatività al posto dei soldi per il tatuaggio ma io non gliel’avrei consentito comunque, gli ho dato i soldi che mi sono guadagnato facendo il cameriere da Walmart.”

Mi piacerebbe sapere chi è il disgraziato che in cambio di un disegno sulla pelle vuole comprarsi lo status negativo dei ragazzini; appena usciamo da qui lo dirò a Turnpike, lui è di Chicago e saprà sicuramente muoversi meglio di me su queste situazioni!

“Si chiama Zach”, ha risposto Hunter mentre Evelyn gli stava prelevando il sangue. “Zach, ma non ricordo il cognome.”


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DISCLAIMER

Le storie ambientate nel “Mondo Positivo” sono opere di pura fantasia e non rappresentano fatti o persone reali. Gli autori, attivi da tempo nella lotta a HIV e AIDS, utilizzano queste narrazioni per contrastare lo stigma legato all’infezione.

Si sottolinea che tali racconti non incoraggiano comportamenti dannosi per la salute ma la finalità è sensibilizzare sulla prevenzione educando al rispetto per le persone che vivono con l’HIV.


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