Quando Benjamin Bruckner e suo figlio Hunter raccontano a Floyd Turnpike la faccenda del tatuatore Zach, l’ex capo dell’FBI sa perfettamente dove e chi cercare…
Hunter: le origini del virus
Ero in un posto sconosciuto ma sentivo di poter parlare senza temere giudizi. Il poliziotto Floyd, che da ragazzo avevo conosciuto in divisa e con la pistola in mano, in quel contesto aveva cambiato atteggiamento e mi si rivolgeva tranquillo come non ci fosse differenza tra lui, papà Ben, e papà Mikey; pure la mamma di Tatiana aveva perso la severità che in quell’estate 2005 manifestò portando via la figlia per un braccio senza darmi la possibilità di salutare un’ultima volta la ragazza che amavo.
“La situazione era complessa”, si era giustificata. “Il tuo carattere troppo ribelle non mi convinceva affatto e poi non sapevo l’origine del virus che hai nel sangue. Il tuo segno zodiacale è scorpione ma se lo fosse stato anche il tuo HIV?”
Io però cosa potevo sapere di questa storia? Biohazard, scorpione, all’epoca ero convinto e tutto sommato lo sono ancora, che esista un unico HIV e a influire su come lui si comporta con noi, sia solo il carattere di chi ce l’ha dato.
“Sbagli, anch’io la pensavo così ma mi sono ricreduta appena in questo laboratorio ho scoperto l’evidenza: chi ha il ceppo di Floyd, mio, e di tuo papà Benjamin, non è mai stato violento con qualcuno. Al contrario ci sono persone qui a Bugliano e nel mondo che hanno la delinquenza nel sangue perché neanche la galera riesce a riabilitarle, e difatti il loro virus è tanto aggressivo da insegnare loro il male! Quelli o commettono crimini o lui li manda in AIDS. Non c’è verso di sfuggirgli.”
“Apposta ti dico”, aveva aggiunto Floyd. “Non può essere stato Adri a ferirti il labbro perché è un biohazard come me! Ti dirò di più, è il mio gifter. Io ero negativo fino a qualche settimana fa! Adesso aspettiamo le analisi ma sono certo che tu sia con noi, devi solo prenderne coscienza.”
Ben Bruckner: le bugie hanno le gambe corte
A un passo dai trentaquattro anni, vuole una vita autonoma senza dipendere dai genitori poi viene a piangere sulla spalla di suo padre. Questo è il mio Hunter, più lo conosci e più gli puoi solo voler bene; questa volta io e Turnpike l’abbiamo scoperto con le mani nel sacco e lui sa benissimo di non poter giocare un ruolo da maschio alfa con noi!
“Ho detto una mezza bugia papà, Adri non mi ha tirato un pugno! Ci ha provato ma è svenuto prima di colpirmi e mi è caduto quasi sopra. Adesso cosa succederà?”
Rifiutare l’abbraccio di mio figlio è stato il minimo sindacabile, se Adri non può più seguire il caso del dissanguatore e ci scapperà un altro morto la responsabilità sarà di Hunter. Nemmeno vorrei pensarci!
Tra bugie e tatuaggio con lo scorpione, se fosse davvero complice del mitomane che dà la caccia a Freddie Mercury? Già era stato avvisato a suo tempo: non ci sarà una seconda possibilità e qualora commetta un reato lo manderò in prigione senza alcuno scrupolo, proprio perché l’ho cresciuto io.
Ci ha pensato Floyd ad accogliere le lacrime di Hunter: “Tranquillo ragazzo, non è colpa tua se il mio gifter è fuori dall’indagine. L’ho estromesso perché lui e la sua bug chaser stanno in pericolo e io per il momento sono impossibilitato a dirti di più.”
Floyd Turnpike: protezione a ogni costo
Lei, Alison Grant. La nipote del compianto prof. Raymond Still grazie al quale Freddie è uscito dall’AIDS ed è nato l’originale HIV di Bugliano; perciò tutti dobbiamo molto a quell’uomo e proteggere la ragazza è dovere dell’intera comunità.
Motivo per cui appena durante la festa del papà Adri ha lanciato una pubblica allusione su Ali incinta e con l’HIV, ho proibito a entrambi di annunciare ufficialmente qualsiasi test positivo, virus o bambino che fosse. Alison sarebbe un boccone troppo ghiotto per il dissanguatore e quando le crescerà la pancia sarà meglio per tutti farla passare come una gravidanza derivante da un’avventura anonima.
Sto valutando in questi ultimi giorni cosa fare con Adri, il mio gifter merita una mansione migliore rispetto a un incarico giù in lavanderia; anche se lì sono stati inizialmente nascosti i resti di Valentino, mai potrei relegare chi mi ha dato la positività a lavare e asciugare le mutande altrui! Chiederò al mio collega più fidato in trasferta qui al CampusIbuol, se lo affianca per un periodo. Sta anche lui perdendo un po’ il senno e forse mettendoli insieme rinsaviscono simultaneamente, sventare furti e bullismo fra studenti è di sicuro più gratificante di lavare la biancheria!
“Quindi Floyd? Chi si occuperà del dissanguatore se il tuo gifter è escluso? Tu da solo?”
Hunter e la sua curiosità, è identico a quando era un ragazzino. Mi aveva perfino chiesto se gli insegnavo a sparare ma per fortuna nessuno ha dato seguito a una tale follia!
“Anch’io come te non l’ho assecondato”, mi ha sorriso Benjamin. “Le uniche armi in mano sua erano gli utensili da meccanico, sperando sempre che li abbia usati per lavoro e mai per altri fini. Col fatto dell’HIV fra l’altro neanche gli ho consentito di praticare arti marziali, sai meglio di me che nel mondo dei negativi un minimo incidente è troppo rischioso.”
Da come lo conosco Hunter ha imparato a difendersi in autonomia senza fare grossi corsi, per quanto gli servirebbero un sacco di regole per non scadere nella violenza; sotto lo sguardo interrogativo di Evelyn e Ben, ho abbracciato il ragazzo da dietro parlandogli a un orecchio. Nessuno di loro è riuscito a intercettare cosa gli stessi dicendo, ma il suo sorriso è stato più che eloquente per tutti.
Hunter: Il tatuatore Zach
Lavorerò per la polizia? Quando ero ragazzino l’avrei ritenuto una figata ma tra reale e fantasia c’è una gran differenza e trovarmi un agente FBI che si fida di me è un salto nel vuoto. “Coraggio figliolo, sai bene che i soldi non ti bastano. O vuoi farti la scuola di attore sulle spalle dei tuoi papà?”
“Non capisco”, era intervenuto mio padre; “cosa stai complottando contro mio figlio, Turnpike?”
Solo allora ho notato Evelyn Sloan di fronte alla stampante che armeggiava con dei fogli, dalla macchina ne usciva una quantità impressionante e la donna li prendeva con cura, ordinandoli in una busta. Le mie analisi erano già pronte? Ho cercato di carpire il suo sguardo o sbirciare se si vedeva qualche scritta sulle carte ma lei è stata troppo svelta a chiudere tutto e infilarsi in borsa il porta documenti.
Pochi minuti ancora a digitare sulla tastiera del computer bene attenta a non mostrarci lo schermo poi Evelyn ha spento la macchina! Possibile che nessuno voglia darmi notizie sui miei esami? Ho solo avvertito una vibrazione sullo smartphone di papà, ma con lui ho imparato: tutto posso chiedere tranne di sapere chi gli scrive sul telefono!
“Tutto a posto ragazzo, ora è il tuo momento.”
Evelyn e Floyd mi si sono seduti accanto, papà Benjamin stava di fronte a me in silenzio e con le mani ai fianchi. “Il tatuatore Zach, davvero non ricordi il cognome?”
“Sicuramente non era Zach Nolan”, ha osservato Floyd posandomi una mano su una spalla. “Quello nel 2006 non poteva uscire di casa e lo controllavo a vista.”
Zach Nolan è Freddie Mercury, non c’entra col tatuatore. Lo Zach dei tatuaggi avrà, sì, forse una sessantina d’anni. Poco più anziano di papà Ben!
Zach, tatuatore Zach. Non ricordavo il cognome, ma forse nemmeno l’aveva mai detto! Il negozio si chiamava “Windy City Tattoo”, rievocando il caratteristico vento di Chicago.
2006, Hunter: Qualcosa di speciale
“Ragazzino! Per i tuoi diciotto anni ci vuole qualcosa di indimenticabile, cos’hai in mente?”
Guardai tutti i disegni presenti sul dépliant del negozio e non mi ispiravano granché. Troppo colorati o troppo sobri, un tatuatore mediocre a differenza di come ne parlavano in giro. Possibile, mi trovavo a spendere soldi fra viaggio e lavoro per ottenere una patacca?
“Tranquillo”, mi disse l’uomo allungandomi una carezza sui capelli. “Tu esponi la tua idea e io eseguo! Lascia stare i miei lavori passati, tu meriti qualcosa di nuovo.”
Io sono nato il giorno di Halloween, e domandai un’immagine a tema. Fai tu, Zach, usa la fantasia! Voglio che il mio tatuaggio faccia paura.
Il tatuatore mi sorrise e decidemmo in quale punto del mio corpo farlo: “per ciò che mi chiedi ho in mente un bel disegno, ti rappresenta perfettamente quindi il cuore è il posto più adatto. Tu sarai lui, lui sarà te, voi sarete noi!”
Faticai a comprendere le sue allusioni e non me le chiarì mai, anche se gli domandai più volte cos’avesse voluto intendere con “voi sarete noi”. Il 31 ottobre 2006 non fu l’unica giornata in cui lo incontrai, impiegò parecchie sessioni per terminare il lavoro e verso Natale fui pronto: avevo uno scorpione all’altezza del cuore con la coda minacciosa rivolta verso l’alto e il giorno di nascita scritto fra le due chele.
“Beh, insomma, così poco?” Mi disse quando gli allungai i soldi. “Hai idea di quant’ho lavorato su di te? E Credo tu abbia qualcos’altro di meglio da offrirmi, vero?”
La notizia del mio passato sulla strada era arrivata da Pittsburgh fino a Chicago? Lo osservai disgustato e spostai i soldi ancora più verso di lui. Ormai non frequentavo più certi giri né avevo intenzione di ricominciare ma quel tale pensava di rifiutare 250 dollari? Veramente? Nessuna discussione, gli dissi. Prendere o lasciare.
“Beh, no”, rispose beffardo. “Il tuo corpo può darmi molto più di questi stupidi contanti e lo sai benissimo.”
Rimasi qualche secondo a pensare, poi tentai la sorte: sono positivo, insomma, ho l’HIV. Non so quanto ti convenga usarmi come tuo giocattolo.
“E scommetto tu non sappia dove l’hai preso”, esclamò guardando lo scorpione. “Altrimenti non saresti venuto a farti fare il disegno qui. Merda, merda e merda!”
Per quale ragione voleva sapere chi mi avesse dato il virus? Era già tanto che prendessi i farmaci, desideravo dimenticare quella condizione il più a lungo possibile così gli lasciai i soldi, scappai più veloce del vento e non lo vidi mai più.
Hunter, oggi: rivelazione
“Windy Tattoo”, mi ha detto Floyd facendomi un sorriso da un orecchio all’altro. “L’ho fatto chiudere nel 2015 per riciclaggio di denaro sporco. E tu sei fortunato ad aver avuto la forza di scappare da lì, credimi! Zachary Wilson non era chi diceva di essere, a partire dal nome.”
“Ha riaperto nel 2017”, è intervenuta la dottoressa Sloan mostrando il suo tatuaggio biohazard coloratissimo sul collo. “Ha cambiato nome e c’è una donna a gestirlo.”
Wilson, Wilson, non mi era nuovo. Una persona famosa legata in qualche modo al crimine però mi sfuggiva dove potessi aver sentito quel nome. Tatuatore Zach Wilson.
Zach Wilson. Zach, Wilson. E Freddie Mercury a Bugliano si fa chiamare Zach Nolan. Qualcosa non mi torna: o Nolan non è veramente Freddie, o qualcuno l’ha coinvolto in un giro criminale magari usandolo solo come prestanome.
“Zachary in realtà si chiamava Mark Wilson”, mi ha spiegato Floyd parlando a bassa voce. “Ed è morto suicida in carcere dopo aver confessato di essere lui il dissanguatore. L’ha arrestato Adri, era un negativo di merda che ha tentato di rubare l’HIV a Freddie con la forza e, evidentemente, pure a te.”
Equivoco clamoroso! Pensando volesse trasmettermi lui il suo, non ho compreso che in realtà volesse il mio. Quanto sono stato ingenuo all’epoca! Non gliel’avrei dato comunque, grazie ai farmaci ero non rilevabile e con tutta la volontà di rimanere tale.
Col senno di Poi, prima di andarmene via gli avrei pure potuto dire che un vecchio decrepito come quello non si guadagnerebbe l’HIV neanche da Frankenstein! Peccato sia morto, sarebbe stato divertente aver visto la sua faccia mentre lo insultavo.
Però tutto sommato è andata bene così, se per crearsi un falso nome ha usato Zach è palese che da tempo fosse riuscito a individuare la nuova identità di Freddie in qualche modo e probabilmente affrontandolo a muso duro avrei quasi sicuramente rischiato la pelle.
“E bravo Hunter, adesso noi dobbiamo solo stanare il vero dissanguatore che ha fornito le informazioni a Mark Wilson poi l’ha sfruttato come pedina istruendolo a confessare e ammazzarsi, così da farla franca. Sei dei nostri, ragazzo?”
Turnpike era così sicuro di me, cosa era cambiato? Prima tanta insistenza per conoscere l’origine del mio virus così da potersi fidare, e ora questa fretta?
“Sei un biohazard figlio mio”, mi ha incoraggiato papà Ben aprendo sullo smartphone un documento inequivocabile. “Segui quello che ti dirà l’agente Floyd, io sarò al tuo fianco qualsiasi cosa accada.”
Benjamin Bruckner con le lacrime? Mai una volta l’ho visto piangere, se lo vedesse papà Mikey! Sarà amore nei miei confronti, consapevolezza della missione importante che sto per compiere, o cosa?
“Lo credevo ancora prima di adottarti, Hunter. Io e te siamo connessi col sangue.”
“Però bisogna lavorare seriamente da ora in poi”, Evelyn Sloan ha interrotto l’abbraccio fra me e Ben. “Partiamo proprio dall’ex negozio del tatuatore Zach, la faccenda è partita da lì e Kelly ci sarà molto molto utile.”
La nuova titolare? Io davvero non sto capendo più cosa succede. Partire per l’America, restare a Bugliano, lavorare a distanza? Evelyn ha riaperto il suo PC portatile e si è messa a navigare in rete: “eccolo Hunter, questo è il vecchio negozio di Zach. E lei è ChaserKelly. Per esteso Kelly Hunter, l’autrice del mio stemma.”
Kelly Hunter? No, questa era Callie Leeson, una ragazza con la quale prima di conoscere Tatiana ho avuto una breve relazione nata a scuola e morta per la sierofobia dei suoi genitori.
“Io e Floyd sappiamo del vostro flirt ma poco ci importa! In ogni caso, la modifica del nome per lei non ha a che fare col crimine, anzi. ChaserKelly vuole aiutarci e noi le daremo una mano, diciamo così.”
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