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La bambola di ghiaccio

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Una bambola di ghiaccio. Questa immagine a ChaserNucleus rimarrà impressa a vita, probabilmente…


ChaserNucleus e la morte

Quando studiavo criminologia all’università marziana vedevo i morti umani solo in fotografia o, al massimo, video; se i corpi non avevano gravi ferite evidenti c’era sempre qualcuno a controllare la presenza di segni vitali e, in caso non ce ne fossero, li aprivano per individuare la causa della morte.

Io sono sempre stato curioso di capire il ragionamento dei residenti sulla Terra perché su Marte a nessuno conviene uccidere un proprio simile. Allora come fa un umano a stabilire che un altro uguale a lui in quel momento non ha più diritto di vivere? Cosa succede nell’istante in cui la vita della preda si conclude, sotto gli occhi del predatore che gliela ha tolta?

Se noi marziani con le antenne moriamo, il nostro corpo non esiste più e ci trasformiamo in radiazioni a basso potenziale che spesso gli umani, senza conoscerne la provenienza, usano per le loro tecnologie di consumo. Io però da quando ho scoperto di essere un ibrido con gli abitanti della Terra mi sono sempre chiesto cosa accadrà quando sarà il mio turno, se sarò carne inservibile come quelli dei video o se invece diventerò una radiazione utile a mettere in contatto il mondo intero grazie a Internet o a scaldare il pranzo di qualcun altro con le microonde.

Forse però, a qualcuna delle mie domande sulla morte posso rispondere dopo esser diventato io un inconsapevole predatore!

La bambola di ghiaccio

Io, Tatiana e Floyd Turnpike eravamo gli unici presenti sul ponte quando l’abbiamo vista; lentamente è venuta a galla e con calma l’abbiamo tirata su perché tutti gli altri, compresi i fondatori della Pro Loco, al termine del Bungee Jumping se n’erano andati da un pezzo ma noi stavamo lì apposta per lei. Pareva di avere tra le braccia una bambola congelata, grande come una persona.

Anzi no! Quello era, un essere umano! Lei, ChaserGloria, giaceva immobile sulla piattaforma da cui tutti ci eravamo lanciati solo poche ore prima. Dalle sue labbra non usciva più un suono o un respiro e io mi sono fermato a guardarla: non mi avrebbe mai più chiamato “alieno di merda” e nessuno mi avrebbe più cacciato dalla centrale nucleare quando di notte vado in cerca di radiazioni.

Non si sarebbe più intromessa nella vita di Tatiana mettendo in cattiva luce me o Adri per impedirle di frequentarci, di quell’antipatica era rimasto soltanto un corpo inanimato con un’espressione perfida in volto e la mano chiusa su un pezzo di legno col quale probabilmente stava provando a non affondare.

Dove la portiamo?

Chiamare un’ambulanza per portarla via, almeno? Sempre dai miei studi ho appreso che gli umani si comportano così quando un loro simile incontra la morte ma Floyd è rimasto fermo, chino su di lei con due dita sul suo collo: “Good job, Nuclear! Bel lavoro, però potevamo anche lasciarla lì!”

Ho insistito io per tirarla fuori dal fiume, noi lavoriamo alla polizia e non possiamo occultare i morti come fanno i criminali! Certo fosse stata una marziana si sarebbe tramutata in onde elettromagnetiche senza bisogno di nasconderla, qui invece mi sono sentito in dovere di fare i conti col fatto che probabilmente anche lei malgrado la sua crudeltà aveva forse qualcuno che la amava.

“Glò, piccola negativa mia, hai voluto tu che finisse così.”

Tatiana non ha mai smesso di stupirmi ogni giorno di più: si è chinata verso il corpo e, stringendola a sé, ha dato un bacio sulla fronte della bambola ghiacciata.

“Eravamo amiche una volta, fino a quando ha deciso che il mio HIV le spettava di diritto e ha tentato di narcotizzarmi per farmi perdere sangue…”

“Lo so benissimo”, l’aveva interrotta Floyd. “Lei è cresciuta nella scuola del dissanguatore! Per questo ho voluto appoggiarti nell’idea di eliminarla approfittando del Bungee Jumping.”

Però se non c’ero io, la missione non sarebbe riuscita! Ho slegato l’elastico dalle caviglie del cadavere e l’ho appoggiato accanto a Floyd che già aveva recuperato il pezzo di corda mancante, fino ad allora fissato al ponte.

Ero stato io a sabotare la corda sfilacciandola in modo che si spezzasse grazie al peso della ragazza, così lei poteva solo finire in acqua senza più alcuna protezione.

Nemmeno era stato difficile e qualsiasi poliziotto o carabiniere l’avrebbe preso per un tragico incidente o il lavoro della sarta con le mani tremanti. Nessuno mai avrebbe sospettato di me o Tatiana, e la complicità di Floyd era una ulteriore garanzia.

“Scherzi, Nuclear! Tu sei stato prezioso perché le tue dita sono incompatibili con gli scanner di impronte, quindi nessuno al mondo risalirebbe a noi neanche volendo! Adesso però forza, andiamo a portarla via.”

Buttarla nel fiume un’altra volta mi sembrava la soluzione e siamo stati a discuterne per un pezzo, finché Tatiana non potendone più ha proposto di portarla nell’allevamento di maiali affiliato al ristorante Papero Offeso.

A vedere quei mostri puzzolenti mi sono impaurito, non avevo mai incontrato simili creature. Sembravano dinosauri pelosi, una specie di involuzione dal tirannosauro al mezzo cane; so bene che molti umani li trovano gustosi malgrado tutto lo sporco in cui vivono e poi sono io pericoloso perché vivo grazie alla radioattività? Davvero?

Accortosi della mia indecisione Floyd è stato svelto a trascinare il corpo per i piedi fino ad arrivare al recinto dove, con una spinta, l’ho aiutato a buttarlo in mezzo alle bestie. “Non rimarrà più niente”, mi ha assicurato appena siamo tornati alla nostra macchina. “La criminalità sfrutta sempre i maiali quando bisogna far sparire qualcuno. E adesso dove andiamo a festeggiare?”

“Io a casa, portami al campus! Anche se sono stata la prima a volerla far fuori, non me la sento di celebrare la morte di chi per un lungo periodo è stata un’amica.”

Dopo si domanda perché le voglio così bene, anche se non mi vuol dare il virus! Tatiana è meravigliosa e incapace di odiare.

Arrivati al CampusIbuol la ho salutata con un bacino sui capelli, unico gesto affettuoso che mi ha permesso di regalarle da quando ci siamo detti di essere una coppia. Per qualche minuto sono rimasto fermo davanti all’auto di Floyd, tenendo la portiera in mano e con lo sguardo verso l’entrata del campus: Tati o il poliziotto, entrambi positivi dallo stesso ceppo virale. Non era da me una simile indecisione!

Il giorno dopo

Tutto questo non doveva succedere, la situazione ci è sfuggita di mano. L’adrenalina provata al Bungee Jumping o la primavera, o forse tutt’e due le cose in contemporanea. Fatto sta che stamattina mi sono svegliato sotto le lenzuola abbracciato a Floyd Turnpike, nella stanza di un lussuoso hotel.

“L’hai guadagnato con merito, Nuclear! Di cosa ti senti colpevole? Stanotte ero presente e consenziente anch’io.”

Doveva essere Adri, il mio unico e vero gifter; e adesso come la prenderà se tra non molto sarò positivo grazie al suo capo, la persona di cui si fida di più? Certamente accuserà Floyd di avergli portato via un chaser, quando invece la colpa è stata solo mia. Non dovevo farmi trascinare da Tatiana in quel maledetto evento e neanche a danneggiare l’elastico!

“Senti, è inutile che ti fai paranoie adesso. Devono ancora passare 24 ore e abbiamo tempo per metterti in profilassi post-esposizione se è questo che vuoi.”

Già, potrei evitare la conversione con trenta giorni di pillole antivirali. Ma il mio DNA è ibrido fra marziano e umano, se poi i farmaci antivirali dovessero uccidermi?

“Vai tanto in panico ma stamattina hai accettato anche il secondo round, ora non puoi dire che hai perso il senno. Adri se ne farà una ragione, te lo dico io! Sarà il tuo gifter di secondo grado e stop.”

Certo, potrei evitare la conversione se volessi ma il problema è un altro: ho ucciso una persona! E se ChaserGloria avesse degli amici vendicativi pronti a farci fuori?

“Basta, Nuclear, basta paranoie. La regola vale anche per i chaser arrivati da Marte! Io sono il tuo gifter, tu il mio primo discendente virale, devi fidarti di me!”

L’incertezza dura solo un momento: penso a tutto il panico di Adri alla vista del mio medaglione Radioactive, le sue scenate quando ho cercato di abbracciarlo e la sua paura di essere contaminato di radiazioni. Con Floyd non c’è stato alcun problema, anzi la sintonia è arrivata subito! Adri pensi quel che vuole, io ho scelto il mio gifter e lo dirò al mondo appena possibile.


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Le storie ambientate nel “Mondo Positivo” sono opere di pura fantasia e non rappresentano fatti o persone reali. Gli autori, attivi da tempo nella lotta a HIV e AIDS, utilizzano queste narrazioni per contrastare lo stigma legato all’infezione.

Si sottolinea che tali racconti non incoraggiano comportamenti dannosi per la salute ma la finalità è sensibilizzare sulla prevenzione educando al rispetto per le persone che vivono con l’HIV.


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