Ah, così siete orgogliosi di avere l’HIV? Complimenti vivissimi!
Orgogliosi di avere l’HIV!
L’addetto a consegnare la posta del culo ha sempre un sacco di lavoro quando si tratta di casa nostra e davanti a certe buste, come facciamo a non aprirle? Specie quando come in questo caso ci toccano sull’orgoglio.
Già sentirci chiedere al plurale se siamo orgogliosi di avere l’HIV quando a essere positivo è uno solo, la dice tutta su quanto chi ha scritto il messaggio in questione abbia capito di noi ma non importa, andiamo avanti.
Fieropositivi
In effetti esistono delle persone con HIV che si definiscono “fieropositivi” e sono alcuni nostri conoscenti diretti o indiretti, di cui fanno parte anche i nostri amici Conigli Bianchi gli “artivisti contro la sierofobia” che combattono lo stigma con l’arte visuale.
Il gioco di parole tuttavia non ha a che vedere con l’essere “orgogliosi di avere l’HIV” considerando il virus come una specie di medaglia al valore; fierezza significa non vivere la condizione come un senso di colpa e prendere posizione a testa alta rendendosi visibili, per difendere i diritti delle persone con HIV. Nulla di più, nulla di meno.
Vogliamo però lasciare un messaggio personale per ciascuno così da permettere al culo di questa lettera, di uscire svuotato. O riempito, a seconda dei punti di vista.
“Siete orgogliosi di avere l’HIV?”
Risposta: Elettrona
Non sono io positiva all’HIV ma il mio ex compagno, lui ci convive dal 1993 e anzi è andato in AIDS rischiando di morire nel 2001; il coming out rispetto alla sua condizione è avvenuto nel momento in cui le speranze di vivere erano tutt’altro che certe, ma ormai sono due decenni che combatte a testa alta contro lo stigma (conosce i racconti del Mondo Positivo e li segue).
La sua storia su come ha contratto HIV è di dominio pubblico ed è una persona verso la quale, malgrado la relazione di coppia sia finita, nutro ancora massima stima e amicizia.
Sono orgogliosa? Certamente sì per aver diviso con lui parte della mia vita e crescita personale; orgogliosa di essere stata con un uomo che vive con HIV?
Solo la posta del culo può porre una domanda simile, a cui l’unica risposta da dare è: ma cosa pensi che sia, una medaglia?
Sarebbe stupido affermare una cosa simile anche come battuta, in quanto vorrebbe dire mascherare lo stigma dietro a un falso complimento; ognuno è se stesso, al netto del suo percorso personale.
Unica cosa, anche dopo diverso tempo, non ho intenzione di nascondere ciò che segreto non è mai stato perché la mia esperienza è stata, è, e sarà utile anche ad altri – chi ha detto accesso ai sistemi di prevenzione e test HIV per le persone con disabilità fisica e sensoriale? Io, perché non se ne parla mai.
Chi ha detto privacy violata sui test HIV fai-da-te comprati su amazon? Io, perché hanno solo riscontro visivo. Due linee se positivo, una se negativo, il che implica, se sei una persona priva della vista come la sottoscritta, avere bisogno di una persona vedente a leggerti l’esito. E di massima fiducia, che non parli in giro né possa leggerti un risultato per un altro.
Idem per i test da laboratorio: anonimi, gratuiti, dicono le associazioni del settore; per i vedenti sicuramente lo sono ma se ti mancano gli occhi? Paga un accompagnatore che ti porti all’ambulatorio, e che poi magari ti dia una mano a ritirare la busta coi risultati.
In caso di referto disponibile on line? Da sperare che rispetti le norme di accessibilità digitale per le persone con disabilità e che, soprattutto, la reception dell’ambulatorio non ti costringa ad avere accesso ai risultati solo digitando un codice disponibile in cartaceo.
Con ostacoli di questo tipo, quanto durerebbe un segreto su una relazione tra persona HIV positiva e negativa in cui di mezzo c’è anche la disabilità?
Rinunciare alla relazione per evitare gli ostacoli anche no; le barriere si affrontano, a muso duro e testa alta perché mollando tutto poi si finisce per far del male a se stessi e anche agli altri nella medesima situazione; se molto tempo dopo la storia è finita? Questioni di coppia come ce ne sono milioni di altre.
Risposta: Gifter
Del mio cambiamento positivo ho già parlato quindi evito di dilungarmi troppo.
Contrariamente all’ex ragazzo della collega io non mi espongo a livello mediatico su HIV né su altro: nella vita reale lo sanno i familiari, colleghi e amici.
Lo dico nelle situazioni in cui è importante comunicarlo e in Internet non partecipo ai social, anche se Elettrona mi vorrebbe coinvolgere.
A me però non piace fare foto e video per mandarli in giro, ho YouTube e spotify che mi servono per ascoltare o guardare i contenuti ma non chiedetemi di commentare i video.
Occasionalmente partecipo alle discussioni sui blog che seguono il Mondo Positivo e a cui ci siamo iscritti a nostra volta ma abbiamo l’account @ilmondopositivo sulla piattaforma wordpress.com che usiamo un po’ per ciascuno io e lei.
Nell’ultimo periodo comunque mi rendo conto che se sto dietro alle discussioni finisce che mi occupo sempre meno dei contenuti e non è ciò che voglio!
Mi dà fastidio l’idea di una Internet dentro cui ti perdi a guardare foto e video sul social di turno o peggio ancora i giochi dove finisci per passare le ore senza aver concluso un cazzo, allora nel tempo libero preferisco la lettura quando non sono impegnato al pianoforte, sul Mondo Positivo o a farmi gli affari miei in altri modi fuori dalla rete.
Nascondo l’HIV? Non ci metto la faccia quindi sono una persona falsa? Ci si levi quest’idea perché io ho solo scelto di collaborare con questo blog come aiuto a un’amica; valido o meno non lo posso decidere io ma piacendomi scrivere, ho detto: perché no?
Orgoglioso di avere l’HIV? Non esiste, per rispondere alla posta del culo; ma neanche lo considero più una condizione di cui vergognarmi.
Ciò che è successo a me sarebbe potuto accadere a qualunque altra persona anche etero monogama che si fosse innamorata di chi sulla fedeltà fisica ha un’opinione diametralmente opposta.
Se proprio devo biasimare me stesso per qualcosa è di aver perdonato quella persona troppe volte arrivando a negare l’evidenza o a dire “è stato solo un episodio”; guardandomi indietro avrei preteso il preservativo? Sicuramente sì ma a cose fatte è inutile vergognarsi e giocare al “se io sarei”.
Di conseguenza “orgoglio di avere l’HIV” assolutamente no ma sono fiero di essere me stesso e non sentirmi un emarginato solo per la mia condizione.
Poco ci avrei guadagnato se fossi rimasto depresso a vita e allora tanto vale essere positivi. Senza doppi sensi questa volta.
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