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Questo problema va risolto!

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“Stai lontano dalle persone negative. Hanno un problema per ogni soluzione.”

Una citazione motivazionale attribuita a Einstein, che ha creato un grosso problema a ChaserCamilla, una studentessa del CampusIbuol.


Mental coach

Sono nella mia stanza e Tatiana mi sta accanto; è un’amica adorabile soprattutto nelle situazioni difficili, anche quando mi comporto da testarda come in questo caso.

Il responso del test fai da te è sul comodino e guardandolo trattengo le lacrime. Come posso esser caduta in una trappola simile? Lei me l’aveva detto, sì, ma per fortuna non vuole infierire in questo momento!

Quale malsana idea è stata iscrivermi alle lezioni col mental coach; su Internet il corso era presentato come ottima soluzione per un’esistenza all’insegna della positività, invece… Già la prima frase motivazionale presente nel libro allegato mi ha fatto accapponare la pelle.

“State lontani dalle persone negative”. Ora capisco la ragione per cui solo chi si fa accompagnare da HIV di Bugliano può accedere alle aree comuni del campus! Se Einstein a suo tempo consigliava di emarginare i negativi, ci sarà sicuramente qualcosa di vero!

Proposta indecente

Tatiana mi ha sempre spiegato che il virus arriva al momento giusto e non quando lo decido io, ma la citazione umiliante di Einstein mi ha spinto ancora di più ad ascoltare l’istinto anziché i suggerimenti della mia amica; così a inizio novembre ho accettato la proposta indecente del mio regista: doveva solo praticarmi un’iniezione per consentirmi di ottenere finalmente il suo virus, che mi avrebbe aperto le porte del campus e soprattutto di un’ottima carriera come attrice senza perdere la mia verginità.

Sono davvero stanca di studiare e spaccarmi la schiena coi corsi di dizione, prove, costumi, ripetere mille e mille volte le stesse scene per esser poi sempre giudicata mediocre dai docenti; che male c’è a bruciare un po’ le tappe, ho 25 anni dove sta il problema se gioco sporco?

In rete ho cercato annunci di provini per attrici e ho trovato questo regista Valentino Poli detto PozVale. Un nome, un programma! Realizzo due desideri in uno!

Al momento dell’incontro fatidico ho sfoggiato il badge con scritto Chaser Camilla per fargli sapere da subito quanto sarei stata felice di offrirgli la mia negatività in cambio di un posto garantito in un film importante, come era specificato nella sua presentazione. PozVale è brutto come la morte da quant’è grosso, però io l’ho riempito di complimenti e ho finto di stare a tutti i suoi giochi di seduzione.

“Se non fosse che mi è vietato prendere la verginità a una negativa, saresti già mia!” Così mi ha detto prima di avvolgermi il laccio emostatico e iniettarmi il contenuto di una siringa in vena. Mi è parso inverosimile che di fronte a una come me non volesse trasgredire i presunti divieti, ma poco importa. L’ho lasciato dire, e soprattutto fare!

Mi ha anche dato dei flaconi di riserva senza però dirmi cosa ci fosse dentro. E a me non importava saperlo, alla fine in caso di negatività mi sarei fatta aiutare da qualcuno per le punture.

L’attesa

Le prime due settimane dopo quell’evento ero in fibrillazione, ogni giorno era buono per la febbre del passaggio e permettevo solo a Tatiana di venirmi a trovare la sera dopo le lezioni; nello stesso periodo avevo pure conosciuto Siria, una ragazza arrivata da Bergamo per un corso di fotografia, con cui però i contrasti non si sono fatti attendere: quando ha visto il mio nome “ChaserCamilla” si è messa a insultarmi in tutte le lingue!

Solo qualche giorno più avanti mi ha spiegato che lei era positiva da tempo dopo esser stata ingannata, e avrebbe fatto la firma per poter tornare al proprio stato negativo di prima. Alla fine comunque Tatiana e la sua inseparabile amica ChaserGloria sono riuscite a farci riconciliare tanto che l’abbiamo accolta nel Consiglio Studentesco Ibuol, fino a quando mercoledì 8 dicembre Siria è sparita senza far più ritorno.

Addirittura qualcuno ha accusato me per la scomparsa, conoscendo i miei iniziali contrasti con la ragazza e ho dovuto mettermi il cuore in pace: sono quella che più combatte per i diritti di ogni studente col virus o senza, e forse per questo ricevo frequenti mazzate da chiunque!

L’ultima proprio oggi col test, su cui davvero contavo. La febbre non c’è stata, d’accordo, ma in giro per Internet ho letto che ogni corpo reagisce a modo suo quando il virus entra e speravo di essere un caso di conversione silente.

Invece no. Lancio l’ennesima occhiata allo stick posato sul comodino. Ancora NEGATIVO. Impietosa, la singola linea non ammette repliche e sembra quasi prendersi gioco di me. Come se già non fosse abbastanza, dei flaconi rimasti per settimane sulla scrivania, nessuna traccia! Li cerco ovunque, apro i cassetti, sposto il letto… Nulla. Tatiana li ha presi, poco ma sicuro!

In lacrime mi giro verso di lei e cerco di appoggiarle la testa sulla spalla ma lei si scuote allontanandomi in malo modo. “No! Che cazzo pensi al virus, andiamo fuori a cercare Siria perché conosco la persona giusta che può aiutarci ma dobbiamo fare presto.”

Le chiedo conto sulle mie boccette preziose e lei cade dalle nuvole: “Io? Cosa c’entro? Le avranno spostate gli addetti alle pulizie! Ora sbrigati e seguimi!”

Questo problema va risolto

Le tendo la mano in cerca di conforto e lei si ritrae ancora: “Stai lontano dalle persone negative, c’era scritto anche nel libro del tuo coach!” Maledetta frase che mi perseguita e ora mi fa più male delle altre volte perché a ricordarmela è la persona a cui voglio più bene. La seguo senza farmi altre domande, finché nel corridoio verso l’ascensore ci ferma lo sguardo interrogativo di Adri.

“Ragazze? Cosa stavate facendo di là? Voi a prepararvi ci mettete sempre una vita!” Ormai è chiaro che ha in serbo una sorpresa… O un complotto per noi!

Sta nascondendo qualcosa dietro la schiena e io mi avvicino piano, fissando meravigliata il suo medaglione biohazard. “Beato te”, mi scappa di dirgli. “Io negativa ancora. Appena saputo.”

Come non avessi parlato, lui preme il tasto per chiamare l’ascensore facendo segno a Tatiana di prendere le scale, e mi restituisce uno sguardo inquisitore: “Sono tuoi, questi?”

Ha in mano i miei flaconi! Proprio loro, ancora sigillati! Certo che sono miei, e li ho pagati pure. Ridammeli Adriano!

Finalmente le porte si aprono e il profiler mi sorride: “Io e te dobbiamo parlare”, mi dice spingendomi dentro. “Questo problema va risolto.”

Non capisco più niente. Quale problema? Sta parlando di Siria, dei flaconi, oppure il mio test negativo? L’ascensore che si chiude e non vuole scendere, mi fa sperare nella terza ipotesi.


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Le storie ambientate nel “Mondo Positivo” sono opere di pura fantasia e non rappresentano fatti o persone reali. Gli autori, attivi da tempo nella lotta a HIV e AIDS, utilizzano queste narrazioni per contrastare lo stigma legato all’infezione.

Si sottolinea che tali racconti non incoraggiano comportamenti dannosi per la salute ma la finalità è sensibilizzare sulla prevenzione educando al rispetto per le persone che vivono con l’HIV.


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