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Sierocoinvoltə. La rivoluzione sessuale riparte dall’HIV: consiglio di lettura

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I nostri amici artivisti “Conigli Bianchi” e il collettivo “PrEP in Italia” hanno pubblicato un libro con la casa editrice Eris: sierocoinvoltə – la rivoluzione sessuale riparte dall’HIV”.

Noi però lo sapevamo da tempo, solo che per vari motivi non abbiamo potuto parlarne prima. E allora eccoci qua, primo dicembre 2023, giornata mondiale per la lotta a HIV e AIDS con un consiglio di lettura.


Sierocoinvoltə. La rivoluzione sessuale riparte dall’HIV

Mai titolo migliore poteva essere scelto per un libro divulgativo sulla situazione attuale dell’HIV; cosa significa essere sierocoinvolti-e-infinito e oltre?

Da quando HIV è entrato a… no, non si dice “a gamba tesa” di un virus. Insomma con tutto il suo RNA, nelle nostre vite, le ha sconvolte condizionando la nostra vita sessuale ed educazione senza esclusione di colpi.

Se eri una persona adulta, dovevi mettere in discussione la tua sessualità qualunque fosse; se eri un adolescente alle prese con gli ormoni ti facevano crescere con la paura, se invece stavi ancora nell’età spensierata dell’infanzia il terrore dei genitori si rifletteva sulle modalità di gioco: “non rotolarti per terra sui prati perché ci sono le siringhe” era il minimo sindacabile. Per non parlare, dopo, di quando ci si sentiva dire di non parlare con quel vicino “strano” che vive con un uomo, quello ha gli occhi fuori dalla testa ed è un drogato, occhio al tuo amico se perde sangue, ecc.

Ora sappiamo che quel terrore si chiama stigma, anzi meglio ancora. Sierofobia. E in più, la consapevolezza di essere tutti coinvolti nel tema dell’HIV, si traduce in SIEROCOINVOLGIMENTO.

Ognuno di noi è sierocoinvolto, anche quelli che non vogliono ammetterlo compresi i sierofobici che se ne lavano le mani nel vero senso della parola, con l’igienizzante a base alcolica possibilmente.

Rivoluzione sessuale, poche volte ormai se ne parla nei media però ce ne sarebbe bisogno: negli anni 70 del secolo scorso, tra lotte femministe e del movimento LGBT+, la concezione della sessualità stava perdendo l’approccio paternalista e morale presente dalla notte dei tempi, si sperava di poterlo cambiare finalmente in una visione più libera invece dal 1981 in poi l’HIV/AIDS ha bloccato tutto.

Con un sacco di gente che moriva, i fondamentalisti religiosi e conservatori nel mondo intero hanno rialzato la testa: non gli pareva vero che una malattia si propagasse con la sessualità e colpisse proprio le persone che a loro davano fastidio; noi non ce lo togliamo dalla mente, non ci fosse stato HIV in giro probabilmente a quest’ora non staremmo ancora parlando di diritti LGBT, educazione sessuale e affettiva, e quant’altro.

La speranza che la malattia mortale potesse portare a una maggiore consapevolezza sulla sessualità, si è scontrata con una realtà di politici e religiosi che hanno sfruttato la situazione a proprio vantaggio.

Adesso però grazie alla medicina la situazione è cambiata e si può essere sierocoinvolti in modo diverso, più cosciente, e soprattutto libero perché la prevenzione e la conoscenza possono battere lo stigma, facendoci vivere una sessualità senza rischi.

Sierocoinvoltə. La rivoluzione sessuale riparte dall’HIV – il libro

Scritto dall’associazione Conigli Bianchi artivisti contro la sierofobia e il collettivo PrEP in Italia che si occupa di divulgare la conoscenza sulla profilassi farmacologica pre-esposizione da HIV, il libro raccoglie diverse storie scritte direttamente da persone sierocoinvolte – non necessariamente HIV positive.


  • Titolo: Sierocoinvoltə. La rivoluzione sessuale riparte dall’HIV
  • Autore: Conigli Bianchi e PrEP in Italia
  • Costo: 10 euro
  • Dove acquistarlo: Eris Edizioni, libro cartaceo – spedizioni possibili dal 04 dicembre 2023.

DESCRIZIONE:

Questo è un lavoro di scrittura collettiva, una polifonia di voci sierocoinvolte che racconta un viaggio lungo 40 anni di HIV. Tanti punti di vista diversi per ripercorrere il passato, fotografare il presente e pensare il futuro delle persone sierocoinvolte. Una narrazione dal basso di singoli individui, soggettività e associazioni, per cambiare e decostruire la rappresentazione che ancora oggi si fa dell’HIV. Non prendono parola solo maschi gay bianchi cis, sono state raccolte anche testimonianze che troppo spesso hanno poco spazio come ad esempio quelle di donne che vivono con l’HIV e l’esperienze di attivismo delle donne lesbiche.

Il saggio parte dall’abc. Perché c’è l’esigenza di parlare di HIV ancora oggi, cosa si intende per sierocoinvolgimento, le info scientifiche imprescindibili per capire questioni su cui si fa confusione: differenza tra HIV e AIDS, carica virale, trasmissione e prevenzione. Il passaggio successivo è il linguaggio corretto per parlarne e contemporaneamente contribuire al processo di destigmatizzazione per cambiare gli immaginari che da sempre contraddistinguono l’HIV e che veicolano la sierofobia. Viene dato spazio alle battaglie per il diritto alla privacy e al coming out delle persone che vivono con l’HIV.

Il focus è sulla situazione italiana, sulla totale assenza delle istituzioni, sullo stato dei fatti nel 2023 e sulle differenze politiche con l’estero. Il lavoro delle associazioni e l’attivismo è fondamentale per la divulgazione di informazioni che non possono essere date per scontate e che troverete anche in queste pagine: dove e come fare i test in Italia, cos’è la PrEP ovvero la Profilassi Pre-Esposizione e soprattutto la centralità delle relazioni e delle reti sociali, perché HIV non è solo scienza. Sono tanti gli spunti per il futuro di queste lotte e la storia dell’artivismo HIV può insegnarci tanto. Per cambiare il paradigma c’è bisogno di tuttə perché siamo tuttə sierocoinvoltə.

Lo sapevamo da tempo

Eravamo a conoscenza di questa iniziativa da aprile 2023, quando una mattina a uno di noi è arrivata una mail dal collettivo PrEP in Italia in cui ci veniva chiesto di inviare un racconto a tema HIV. Parole testuali “ci piacerebbe che anche i PlusBrothers di Bugliano partecipassero a questo libro sierocoinvolto”.

Detto, fatto: ricordiamo ancora la situazione, entrambi stavamo in ferie per il ponte del 25 aprile e quella mattina avevamo deciso di dormire fino a tardi perché, tanto, nulla può succedere durante le vacanze di primavera.

Invece, il primo di noi che ha ricevuto la mail ha telefonato all’altro, svegliandolo: “dai forza dobbiamo rimboccarci le maniche e l’RNA perché bisogna scrivere!”

Ci pareva un sogno, fino a quando la mail è arrivata sullo schermo di entrambi; la prima cosa da fare, come in ogni occasione importante, era studiare la situazione e valutare le condizioni che ci venivano poste. Fattibile perché il libro doveva essere non più di 100 pagine.

Facciamo questo, facciamo quello, alla fine abbiamo deciso di condividere un racconto col virus parlante! Sempre dare il punto di vista umano e perché non tentare di indurre la riflessione offrendo quello dell’HIV?

Sarà per un’altra volta!

Niente, nel libro non c’è traccia di noi perché in tanti hanno condiviso le loro storie e l’editore ha dovuto compiere una scelta; 100 pagine sono poche, l’argomento è vasto e qualcuno deve rimaner fuori per forza. Pazienza.

La notizia negativa ci è arrivata prima dell’estate e i ragazzi di “PrEP in Italia” si sono pure scusati con noi però alla fine abbiamo detto loro di non preoccuparsi in quanto noi contribuiamo come possiamo senza però dare per scontato il successo, in questo caso la pubblicazione. Nel nostro blog possiamo mettere cosa vogliamo ma quando sono gli altri a decidere, la nostra parola non conta più.

Ci sentiamo pure in colpa ora che il libro è uscito, perché consigliandoci a vicenda abbiamo preso la direzione della storia inventata col virus parlante, quando potevamo cogliere questa opportunità per raccontare gli ostacoli che, oltre alla sierofobia, una persona può incontrare nella prevenzione e cura dell’HIV in caso di disabilità partendo dai test fai da te, i cui esiti si leggono solo visivamente alla faccia della privacy.

Ma in quel frangente non volevamo il tono da ennesima storia di denuncia su cosa non va, ci piaceva di più una narrazione leggera in modo da far “digerire” il tema delicato a più persone. Esattamente come facciamo qui sul blog, volevamo fare lì.

Pazienza, sarà per un’altra volta, l’esito positivo non è mai scontato (doppio senso volutissimo).

Ci servirà di lezione per migliorarci ancora di più e riflettere più a fondo su cosa condividere, se mai ci si porrà un’altra occasione.

L’unico dispiacere che rimane per adesso, è che il libro non è presente in formato elettronico e le persone con disabilità visiva non possono leggerlo. Una barriera su un tema dove non ce ne dovrebbero essere, ma quello non dipende dagli autori e sono scelte dell’editore.

La morte mai

Sul nostro blog possiamo scrivere ciò che vogliamo quindi pubblichiamo il racconto rimasto fuori dal libro.


  • Titolo: La morte mai
  • Autori: Elettrona e Gifter

Papà non si muoveva né parlava più, i nostri parenti erano già morti da tempo e io ero ormai rassegnato ad attendere il mio destino perché nessuno mi avrebbe protetto, per gran parte del mondo la nostra comunità è semplicemente invisibile e pericolosa.

Ho anche pensato nella disperazione di aiutarlo dolcemente ad andarsene, ma così oltre a restare solo, avrei tradito le sue aspettative: “la morte mai”, era sempre stato il suo motto; ma intanto a soffrire ero io, convinto che lui non fosse più cosciente.

“Figliolo ascoltami”, ho sentito all’improvviso la sua voce affaticata. O forse era suggestione? Da quanto tempo non parlavamo più!

“L’ho ucciso io.”

Era lucido, senza dubbio, e in quel calvario finalmente vedevo una lieve speranza di ripresa: “Cosa dici! Cos’è successo!”

“Freddie Mercury”, mi ha rivelato sforzandosi sempre di più a parlare. “È morto per colpa mia! Non fare come me! Tu devi amare!”

L’amore: un privilegio a cui credevo di non aver diritto perché spettava agli uomini veri, e io ero cosciente di non esserlo; ho guardato papà e lui si è spinto verso di me, con una forza che pensavo ormai avesse perduto.

“Io non ne sono stato capace e ho ucciso tante persone per impedire loro di amare. Ad altre l’ho reso difficile. Ma tu puoi, tesoro. Ama il tuo uomo e insegnagli l’amore. La morte mai.”

Quelle sono state le sue ultime parole e in pochi secondi il suo corpo ha smesso definitivamente di muoversi lasciandomi completamente solo, nel mio dolore; lo sapevo ormai, questione di pochi attimi e il destino si sarebbe compiuto anche per me.

“Maledetto! Non ti lascerò rovinarmi la vita!” Una voce tutt’altro che amichevole mi ha fatto tornare in me e io sono rimasto immobile, in attesa: “ama il tuo uomo, la morte mai”, le parole di papà continuavano a bloccare ogni mia reazione. Come si può amare uno che mi insulta appena mi vede?

Ignoravo chi fosse la creatura ostile e cosa ne sarebbe stato di me, sapevo solo che sarei anche morto pur di non deludere mio padre.

Solo guardandomi intorno ho scoperto di avere davanti un uomo giovane e robusto, che nel tempo mi avrebbe dato parecchio filo da torcere ma ho compreso la sua natura appena l’ho visto piangere: “hai poco da fare il duro e insultarmi”, ho tirato fuori il mio coraggio e l’ho affrontato; “lo vedi che stiamo male tutti e due?”

“Niente droga! Niente sesso promiscuo! Io ero monogamo e tu sei arrivato lo stesso! Maledetto HIV!”

“Non mi importa chi sei, io sono entrato perché ho trovato la porta aperta. Sono completamente solo, ho bisogno di…”

“Compagnia?” Incredibile, aveva finito la mia frase! Parlavamo la stessa lingua ma lui non pareva convinto: “dannati farmaci, cosa succede, sto parlando col virus?”

L’ho lasciato inveire contro i medicinali e parlare dei complotti più assurdi, ma alla fine non ne ho potuto più: “senti umano, non sono allucinazioni. Preferisci un virus che ti parla o uno che ti manda in AIDS?”

“Sarei rimasto negativo volentieri, ma i Poteri Forti hanno distribuito la profilassi in ritardo!”

Sempre in mezzo i Potery Forty, come li chiamava papà. Quelli che vietano a noi virus di amare e agli umani di conoscerci fino in fondo.; “Senti HIV, dobbiamo convivere ma non ti illudere di toccare mio marito, chiaro?”

“E chi lo vuole”, pensavo; “brutto come te lo sei scelto!” Ma ho voluto essere diplomatico: “come potrei, sono bloccato! Non rilevabile! O ti parlo o trasmetto!”

Per raccontargli di me e la verità su Freddie avrei avuto tempo, ma in quel momento mi bastava solo convivere in pace e sentirlo dire, rivolgendosi agli altri umani: “vivo con HIV e sono felicemente sposato”.


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