Troviamo la scrittura un hobby interessante perché consente di esercitarsi in continuazione e tenersi impegnati.
Scrittura: siamo sempre in moto
Non importa che ora sia, dove siamo, vicinanza fisica o meno; siamo due blogger che quando hanno un’idea hanno bisogno di scriverla e dividersela. Per fortuna la tecnologia ci permette di farlo senza disturbarci con notifiche o messaggi, un bel servizio di archiviazione in rete con una cartella condivisa e chi dei due ha l’idea la carica nell’apposito spazio; poi l’altro, appena possibile, va a vederla. Ormai, in anni di attività, nemmeno sentiamo il bisogno di avvisarci reciprocamente se c’è qualcosa nelle bozze perché almeno due volte al giorno una sbirciatina va data.
Non ci serve grossa attrezzatura, uno smartphone e un tablet e se l’idea viene in un momento in cui possiamo scrivere per i fatti nostri, ci si mette in moto prima che il presunto “colpo di genio” (o di matto, è più appropriato), ci sfugga stile “bugia scappata via”.
Corsi e concorsi
Quando siamo rimasti confinati dentro casa durante l’emergenza sanitaria, sperando di tenerci occupati nei tempi “morti” del lavoro, abbiamo provato a entrare in un paio di corsi sulla scrittura creativa per perfezionare la tecnica poi, fra il 2020 e 2021, siamo riusciti a perdere ben due piccoli concorsi letterari.
Quando si inizia a coltivare un hobby collegato in qualche modo all’arte, succede spesso di lasciarsi trascinare dall’entusiasmo e peccare di presunzione: “se piace a me lo ameranno sicuramente pure gli altri” e a noi è accaduto con una manciata di racconti che abbiamo iscritto a due contest, uno dei quali relativo a storie trash, demenziali, sporche… Si chiamava Annientalismo, fate voi.
Siamo riusciti a perdere anche lì e quando hanno premiato i vincitori, tutto sommato, ce l’aspettavamo. Non puoi vincere al primo colpo e i casi sono due: o faceva meno schifo rispetto alla media di storie ricevute in redazione, o faceva talmente orrore da esser squalificato anche dai racconti schifosi! Il che non è da tutti, far praticamente schifo anche allo schifo, diventa una medaglia al valore.
Un esercizio continuo
Coming out: pur avendo seguito varie lezioni e svolto esercizi, noi due non capiamo un cazzo delle tecniche: show don’t tell, punti di vista, focalizzazione interna o esterna, pur leggendo un sacco di manuali ed esempi alla fine scriviamo sempre uno peggio dell’altro.
Neanche abbiamo troppa voglia di discutere sull’eventualità di pubblicazioni o autopubblicazioni, ci piace lavorare sul nostro blog perché ci funge da campo di allenamento, o battaglia, un esercizio continuo.
Ci diverte condividere alcune delle nostre vicende sulla categoria “mondo reale” e, altro coming out, la scrittura ci regala la libertà di scambiarci correggendo uno le bozze dell’altro, anche interpretando un messaggio col suo opposto. E là sono inevitabili i siparietti tra noi!
Ma soprattutto ci coinvolge il tipo di racconti che creiamo. Quando in una singola storia ci troviamo a esprimere il punto di vista non di uno, ma di più personaggi ognuno col proprio carattere incluso il virus che, inevitabilmente, non può ragionare esattamente come un umano benché in piena simbiosi con lui.
Quelli sono personaggi nati dalla nostra fantasia, talvolta ispirati a protagonisti di romanzi o serie tv quindi siamo noi a decidere cosa debbano pensare, fare, sentire. Il fattore “stato sierologico HIV” poi rende ancora più sfidante l’esercizio perché, essendo uno con HIV e una senza, seppure inizialmente ci eravamo impegnati a scrivere i personaggi corrispondenti al nostro vero stato, ormai abbiamo preso talmente confidenza da scambiarci.
Non è la prima volta che tra noi due, la donna negativa scrive nei panni del personaggio maschile positivo e viceversa, alla fine ci va bene così perché non stiamo scrivendo un saggio psicologico ma un blog di fantasia! Nella categoria “mondo positivo” i veri sentimenti contano ben poco.
Ci dispiace solo la consapevolezza di essere probabilmente tra i pochi ad amare la scrittura libera, e a riconoscere quanto il continuo confronto coi punti di vista opposti, ci stia aiutando anche nella vita reale quotidiana odiatori compresi: per affrontarli con ironia e non rimanerci male dobbiamo noi per primi metterci nei loro panni e individuare i loro punti deboli.
Peccato che negli ultimi anni, almeno in rete, stia prendendo piede un tipo di comunicazione veloce (troppo veloce) fondata su emoji, disegni, foto e video possibilmente brevi. La conoscenza non si può acquisire in 140 caratteri o 30 secondi di video! Noi comunque non ci arrenderemo e continueremo a fare del nostro meglio.
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