La figlia di Alison e Adri, è scomparsa sotto gli occhi dei genitori: quella sera tutti gli amici del Campus IBUOL erano invitati a un concerto neomelodico organizzato dalle sorelle Jessika e Samantha Filibui ma essendo un evento intimo, non c’erano sconosciuti all’interno del ristorante Papero Offeso, dove le due signore hanno suonato e cantato fino a notte fonda fra balli e applausi.
Appena Adri si è accorto che Grace non era nel passeggino, ha fatto chiudere il ristorante con tutti dentro ma della bambina nessuna traccia; si può solo cercare di rivivere quella sera per capire cosa sia accaduto alla piccola.
Adri: sono qui solo per Grace
In galera dovrebbero stare, fosse per me non ci sarebbe altro posto per le due sorelle Filibui; Quelle streghe si sono chiuse a chiave in cucina e conoscendo i segreti del papero offeso avrei la tentazione di sfondare la porta a spallate e strozzarle con le mie mani, sia mai che Grace venga utilizzata come vitello o agnello al forno.
Da quando Bugliano Cold ha lanciato l’appello nessuno si è fatto vivo per mia figlia, posso solo ringraziare la mia nipotina Joleen – ChaserJolly – per aver avuto il sangue freddo di registrare il messaggio perché io non ci sono riuscito.
Col dissanguatore ancora in giro non posso permettermi di esibire le mie emozioni pubblicamente, lui mi vuole debole e se ha preso Grace è perché sa di potermi toccare nel vivo. La mia sola speranza è che non la uccida perché lo status della piccola è informazione riservata: positiva, negativa, lo sappiamo solo io e Alison, dubito che il criminale si sporcherebbe le mani di sangue non conoscendo se è virale o meno!
In tutto questo però ho capito di avere un nuovo amico: Salvo Mondo, il collega senza virus, che mi è sempre accanto.
“Bisogna ripartire da lì, Adri. Il concerto. Dovreste raccontarmi come è andata davvero.” Salvo era uscito a braccetto con una signora durante lo spettacolo, io neanche sono stato lì a guardarli; probabilmente si sente in colpa per questo e mi sta vicino, non lo so, ma sono ancora vivo solo per Grace. L’istinto mi dice di rimanere qui fino a che non troveranno il suo innocente corpo.
Alison: le sorelle Filibui
Dovevo insistere per restare a casa quella sera. O comunque non portare la piccola con noi, avrei potuto lasciarla al centro benessere dove o Eliana Solari o qualcun altro se ne sarebbe preso cura come già è accaduto più volte.
Maledizione a me, ora rimpiango di aver assecondato Adri. “Siamo tutti lì, se tu o io andiamo a ballare qualcuno starà con Grace, nulla accadrà te lo assicuro”.
E ora posso solo sperare che sia viva o almeno chiunque l’abbia presa non le stia facendo del male.
Cosa farei a Jessika e Samantha Filibui che appena l’hanno vista mentre ce l’avevo in braccio, le hanno fatto una carezza e un sorriso. Sfiducia verso due donne, non è il mio stile. E invece…
Dov’è andata a finire la regola “fidati del tuo gifter”, io l’ho seguita in pieno. Ho ascoltato Adri e adesso in che condizioni ci troviamo? Le sorelle Filibui sanno qualcosa, è evidente, rimangono imperterrite nel locale e a nessuno è concesso entrare nelle loro cucine.
“Calma, Alison”, Salvo Mondo fa quello che può per aiutarci a rimanere lucidi. “Facciamo un passo indietro, perché secondo me Grace è molto più vicina di quanto pensiate.”
Quello è negativo e io dovrei fidarmi di lui? Fosse la prima volta che qualcuno viene ucciso e il corpo è a portata di mano! Avevo sentito la storia di Ashley, uccisa dai propri genitori e nascosta nel muro del loro ristorante. Sia mai che qualcuno avesse fatto finire la mia Grace allo stesso modo.
Ma soprattutto, come è possibile che io non sia riuscita a vedere cosa stava succedendo, davvero Grace mi è stata portata via da sotto gli occhi? Ho ballato solo per una canzone, solo una!
Adri, al Papero Offeso: aperitivo
Io e Alison siamo arrivati al Papero Offeso puntuali alle 20, quella sera, per il consueto aperitivo con nutriaburger e cocktail della casa; Jessika e Samantha Filibui non erano ancora arrivate così ci siamo seduti a tavola tranquilli, col passeggino di Grace in mezzo a noi. Come faceva la piccola a dormire con tutto il baccano che già si sentiva!
Le sorelle Filibui si erano attardate in cucina ma il palco stava già pronto ad accoglierle, con gli strumenti e i musicisti da un bel po’ concentrati a far le prove.
Sul nostro tavolo è venuto a sedersi anche Freddie, io gli avevo raccomandato di non venire con noi ma ha fatto di testa propria come al solito! Allora io e Ali, lui e Tatiana, poi Greta e la dottoressa Sloan, ci siamo trovati insieme mentre i negativi erano seduti all’altro tavolo di fronte al nostro: Salvo Mondo, Salvo Segapiedi più i due immancabili Antonio Falco e il suo amico Elias, quest’ultimo impegnato fino a qualche minuto prima a sistemare i cavi elettrici per microfono e amplificatore.
Tutto sommato eravamo felici della serata e Freddie ha voluto fare un brindisi: “alla salute”, sprezzante si era alzato in piedi col bicchiere in mano; “la nostra e quella del dissanguatore. Vieni pure a prenderci, bastardo, se hai il coraggio!”
Inspiegabile il motivo per cui il primo bersaglio del killer si comportasse così; dopo trent’anni che l’abbiamo protetto in ogni modo anche facendolo passare per morto, se ne infischiava mettendosi in pericolo da solo?
“E anche per mia figlia Bul, che ha compiuto 36 anni!”, Freddie aveva rivolto un altro “cin cin” a Tatiana anche lei in piedi, perciò li abbiamo imitati sollevando i nostri calici. Primo momento, quello, in cui io e Ali abbiamo distolto lo sguardo dal passeggino di Grace. Pochi secondi.
Freddie: il palco
Io imprudente? Ah sì? Trent’anni che non canto su un palco, ce n’era uno di pronto e non dovevo approfittarne? La storia del dissanguatore mi ha stancato. Ho sacrificato la mia vita per proteggermi da lui, mia figlia lo stesso, mi sembrava opportuno metterci un freno e ho sfidato la sorte.
Mi sono piazzato in piedi lì sopra, guardando il pubblico e i musicisti che a loro volta mi osservavano esterrefatti: “ma quello è Freddie Mercury”, si sentiva borbottare per l’intera sala. “Jessika e Samantha possono attendere, vogliamo te adesso, Freddie facci sentire qualcosa…”
Ho dato un occhio al tavolo dei miei amici soprattutto alla bambina perché non avrei mai voluto svegliarla con una mia canzone, o la confusione del pubblico; ho esitato un po’ prima di decidere cosa suonare e mi sono coordinato con la nuova band, tre emeriti sconosciuti che provavano una tastiera moderna e piena di pulsanti incomprensibili, una batteria elettronica e una chitarra risalente a un secolo fa, da quanto era mal ridotta.
In realtà sapevo quanto fosse complicato lavorare con un gruppo musicale dopo decenni, in più neanche erano i miei Queen! Alla fine ho deciso di cantare gli stessi pezzi eseguiti al Live Aid 1985.
Bohemian Rhapsody e Radio Ga Ga, tutto bene. Applausi e standing ovation da parte dei presenti, Adri aveva perfino preso la piccola Grace dal passeggino e incurante del pubblico si era messo a ballare con lei! Mi veniva la tentazione di fermare la musica e raggiungerlo, ma lo sguardo di una persona fra gli ospiti mi ha dato un’altra idea. Calma, Freddie calma, aspetta il momento giusto! Ormai che avevo ingranato coi musicisti perché interrompere? Intanto erano arrivate anche le sorelle Filibui che sono venute verso il palco ma, vedendo me, hanno preferito andare ai tavoli e scroccare uno dei nostri aperitivi.
Forse l’istinto di maternità mancata, forse altro, ho visto Samantha e Jessika accarezzare la piccola Grace tornata fra le braccia di Alison. E anche allora, sono rimasto concentrato sulle canzoni. La piccola muoveva i piedini a ritmo in braccio alla mamma e non scorderò mai la tenerezza di quella scena! Grace pareva nata per “radio ga ga”, un giorno chiederò se Alison l’ascoltava in gravidanza.
Hammer to fall, Crazy little thing called love… Alle prime note della canzone Alison ha messo di nuovo la figlia nel passeggino e Adri l’ha coinvolta in un ballo che la ragazza ha accettato volentieri; c’erano Tatiana e Greta vicino alla piccola, quindi non me ne sono preoccupato più di tanto.
We will rock you, we are the champions, con le ultime due canzoni è stato un delirio peggio di quella volta a Wembley! Alla fine ero tutto sudato e ho evitato di abbracciare il pubblico perché Salvo Mondo era già pronto a scortarmi fuori: “vieni a cambiarti, Freddie, svelto!” Portava con sé il grosso borsone da palestra dei miei costumi, che all’inizio dello spettacolo gli avevo consegnato perché lo tenesse in custodia onde scongiurare qualunque evenienza.
Finalmente si presentava il momento giusto, potevo portare avanti la mia idea senza che nessuno tirasse fuori storie o domande.
Salvo Mondo, serata del concerto: il piano
Incredibile come Freddie avesse interpretato alla perfezione brani che non cantava da decenni, quella doveva essere la solita serata neomelodica e almeno la prima parte si era trasformata in un concerto rock; gli ho offerto un bicchiere d’acqua che si è bevuto con gusto, rifiutando però la sigaretta da me proposta qualche minuto dopo: “dobbiamo farlo adesso”, mi ha detto. “O mai più! Andiamo alla toilette, mi cambio e poi facciamo tutto.”
Sono giorni che mi spiega la sua idea, qualcosa di grosso che io inizialmente non approvavo però era troppo alta la posta in gioco: mi dovevo dimostrare credibile, farmi stimare da Adri e gli altri per le mie capacità non per il mio test HIV negativo. Ci siamo chiusi nel bagno degli uomini, da cui sentivo le due Filibui starnazzare coi loro brani, sempre le solite musiche napoletane tramandate da chissà quante generazioni.
“Non ci stiamo perdendo granché, vero Salvo?” Ho annuito distrattamente, guardavo nella borsa di Freddie il costume da donna che aveva appena tirato fuori dal borsone. Inevitabile per me voltare lo sguardo, non mi aspettavo che si spogliasse completamente!
“Dannazione Salvo, in questo bagno neanche una doccia. Mi tocca vestirmi da Mamma Dolly tutto sudato…”
“Oh, ma allora sei serio? Lo vogliamo fare sul serio? Guarda che loro se ne accorgeranno! Non scherzare col fuoco, Fred!”
Ho tirato fuori dalla tasca il mio flacone di profilassi pre-esposizione anti-HIV, pronto alla mia dose giornaliera; “giusto per esser chiari non pensare di fare cose…”
Lui però aveva già indossato gli abiti femminili, parrucca compresa, e davanti allo specchio si era truccato. I vestiti sudati erano finiti dentro la borsa dove io sapevo che lui nascondeva dell’altro.
“Ora la fase due, Salvo! Tieniti pronto!” Ho aperto la cerniera nascosta sul fondo della borsa, rivelando una seconda tasca imbottita da cui Freddie ha tirato fuori qualcosa di ingombrante. “Minchia”, mi è scappata un’esclamazione in siciliano quand’ho visto cosa stava tenendo fra le mani; “sembra davvero identica spiaccicata! Sicuro di quello che stai facendo?”
Lui però non mi stava ascoltando più, e aveva sfilato due piastrelle dal muro. “Aspettami fuori, Salvo! Faccio l’operazione poi andiamo a fumare! Anche se io ho chiuso col tabacco, ti faccio compagnia. Sembro o non sembro una signora?”
Dovevo assecondarlo come prevedeva il suo piano, così l’ho guardato infilare prima il borsone poi se stesso in quello che sembrava un passaggio segreto. L’ho solo visto diversi minuti dopo presentarsi con la stessa borsa tornata a essere piena.
“Ti ha visto qualcuno?” gli ho chiesto, una volta fuori in parcheggio; “Adri, Ali, nessuno? Non posso credere che sia andato tutto liscio!”
Lui, tutto trafelato, ha aperto la borsa e preso il suo fragile contenuto fra le braccia. “Dai, Fred, prima che qualcuno esca, meglio se saliamo in macchina e torniamo al Campus.”
“Salvo, io è trent’anni che sono costretto a fingere il mio decesso e ora se Adri e Ali pensano per un po’ che Grace sia morta, noi abbiamo il tempo di proteggerla! Dobbiamo farci passare per complici del dissanguatore. Voglio fargli da esca, hai capito Mondo? O sei con me, o contro di me.”
Dove minchia mi sono cacciato, adesso dovremo recitare in un gioco più grande di noi, simulare la morte di una bambina a quale pro? Qualcosa potrebbe andare veramente, veramente male e sembra che a Freddie non importi.
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