Abbiamo già parlato degli eventi Stigma Stop, organizzati dall’associazione Arcigay insieme al collettivo Healthy Peers ancora a inizio 2023 che a cadenza mensile illustrano varie tipologie di stigma nei confronti della sessualità.
Ci siamo occupati principalmente di quello sulla sierofobia e sulla discriminazione verso le persone con disabilità (abilismo), i temi che coinvolgono di più il nostro blog e sui quali abbiamo più competenza.
Ci scusiamo di non averli recensiti tutti ma noi preferiamo lasciar perdere i copia-incolla e limitarci a esporci solo dove ne siamo in grado, onde evitare di commettere sbagli danneggiando interi gruppi senza volerlo; già facciamo casino così, figuriamoci se ci mettessimo a diffondere informazioni sbagliate per il gusto di fornire copertura a un evento.
I vari webinar “stigma stop” possono essere seguiti nel canale YouTube e pagine social di @Arcigay e Healthy Peers.
Anche l’evento di luglio 2023 è rilevante per i temi del nostro blog, perché parla della profilassi pre-esposizione (PrEP), e le varie leggende metropolitane diffuse in merito.
Stop Stigma luglio 2023: la PrEP e i suoi miti
Per conoscenza mettiamo l’intera playlist del canale YouTube Arcigay, Stigma Stop così si possono guardare tutti i video dal primo all’ultimo.
L’ospite dell’evento StigmaStop sulla profilassi pre-esposizione HIV è Enrico Caruso, una nostra vecchia conoscenza.
No, non è il tenore a cui Lucio Dalla ha dedicato una canzone; Enrico è uno dei creatori del podcast Queer Scream a cui già a suo tempo, marzo 2022, abbiamo dato spazio per un episodio chiamato Sierocoinvolte dove insieme al collega Mattia Sterzi e il nostro amico Paolo Gorgoni (in arte Paula Lovely), parlava di film e serie tv in cui fosse affrontato il tema HIV.
Chi sono gli ImPrEParati?
Quelli che non conoscono la PrEP! Non è un nome che ha usato Enrico nell’episodio, l’abbiamo inventato noi al momento e ci riferiamo a chi anziché affidarsi alla scienza, come metodi di prevenzione utilizza le leggende metropolitane o il serosorting – cioè volere nel proprio letto solo persone che dichiarano di non avere HIV.
E il brutto è che se sono così imPrEParati fino al limite della sierofobia, non possiamo dire che è solo colpa loro: “l’ignoranza è una scelta nel 2023” certo, sì. In teoria sì ma visto che nessuno a scuola ci ha dato tutti gli strumenti per capire quali siano le informazioni affidabili e quali no, uno sulla sessualità prende quello che viene (in tutti i sensi!) Dall’Internet, dalla TV, solitamente il messaggio più emotivamente forte è quello che resta impresso e, guarda caso, a vincere è sempre chi vuole colpire facendo paura.
Sierofobia e paternalismo
L’abbiamo più volte ribadito: le infezioni sessualmente trasmissibili non guardano in faccia nessuno, eppure ancora oggi si tende a giudicare chi sceglie consapevolmente di prendersi cura della propria salute sessuale.
Non vogliamo spoilerare tutto quello che racconta Enrico nel video ma riportiamo le principali leggende metropolitane diffuse sulla profilassi pre-esposizione PrEP:
- Se sei in PrEP sei promiscuo. Falso, vuol solo dire che ti stai prendendo cura della tua salute indipendentemente da quanti partner hai.
- Sei in PrEP? Sei un incosciente. Non avrai HIV ma sei un ricettacolo di altre infezioni. Falso, perché nel protocollo PrEP sono previsti controlli costanti per tutte le infezioni sessualmente trasmissibili. Approfondimenti sul sito PrEP in Italia.
- Non sei in PrEP? Allora sei uno che se ne frega della propria salute. Falso. Fermo restando che ogni persona dovrebbe essere libera di scegliere i metodi di prevenzione per lei più comodi, la profilassi è un farmaco e come tale può avere degli effetti avversi, incompatibili con alcune condizioni su cui non abbiamo diritto di venire tempestivamente informati quando ci portiamo a letto qualcuno.
- “Se rendiamo gratis la PrEP, sdoganiamo i rapporti non protetti!” Falso. Come già detto, uno strumento in più per favorire una sessualità consapevole, serve per arginare HIV e le altre infezioni sessualmente trasmissibili. Più ci si controlla e prima ci si cura! Oppure credete che a causa delle campagne giudicanti e terrorizzanti le persone diventino monogame, bravi mariti e brave mogli senza alcuna eccezione possibilmente restando vergini fino al matrimonio? Sicuri? Beata ingenuità, i paesi al mondo con politiche repressive sono quelli che hanno più incidenza di infezioni. Chissà perché. L’Italia ha approvato la gratuità della PrEP ad aprile 2023 con ben 10 anni di ritardo, fra guerre e polemiche anche tra associazioni; tutte prese di posizione ostruzioniste che hanno portato infezioni decisamente evitabili.
- Non vale la pena investire sulla PrEP, la sanità dovrebbe pensare ad altro. Come sarebbe a dire? Il protocollo di profilassi può essere sospeso, gli antivirali se ti becchi l’HIV ti tocca prenderli per tutta la vita. E lo stato paga. Cultura della prevenzione, questa sconosciuta.
- Se uno mi racconta che è in PrEP, in realtà è una persona con HIV in terapia antivirale e che non me lo vuole dire. Un po’ vero e un po’ falso. Fermo restando che nessuno ha il diritto di chiedere a un partner sessuale la cartella clinica, sia la persona in PrEP sia quella che vive con HIV e assume regolarmente gli antivirali, ha tutte le carte in regola per non esporre i partner -occasionali o meno- a rischi inutili perciò non abbiamo alcun diritto di pretendere che una persona con cui si divide una notte, debba far sapere una informazione così delicata. In un mondo senza sierofobia magari se ne parlerebbe come del raffreddore da fieno, ma viviamo in questo mondo dove esiste il bullismo, i ricatti, il “revenge porn”, figurarsi a metterci dentro anche HIV! “O mi paghi o dico tutto in giro”, “ti taggo sui social parlando del tuo virus”, per cui anche se fosse? Un HIV positivo undetectable che ti dicesse di essere in PrEP, si sta solo tutelando, non sapendo se sei una brava persona o uno stronzo ricattatore. Perché alla tua protezione pensa già mentre assume i farmaci. Allora, chi esige il quadro clinico di una persona appena rimorchiata, farebbe bene a comprarsi una bambola. Con quella non c’è pericolo. “E se mi dice di essere in PrEP, ma dopo è un positivo che non prende le medicine e vuole far del male apposta?” Stupido tu che non pensi a te stesso e deleghi la protezione della tua salute agli altri.
Le persone più sicure al mondo
Siamo arrivati al paradosso: la gente non si fa i test per le infezioni sessuali e va a letto col mondo, ma se qualcuno dichiara di essere in PrEP, subisce stigma da chi lo considera un irresponsabile; idem per chi vive già con HIV, ma grazie alle cure il virus non si trasmette più – carica virale non rilevabile, undetectable.
Solo che, sfugge un particolare: entrambi i gruppi di persone sono i più sicuri al mondo, perché si sottopongono a controlli costanti quindi anche in caso di infezioni le possono curare in tempo.
Poi va bene, parlare di sicurezza al 100% è sempre un azzardo perché una cistite batterica può capitare anche a una persona in PrEP, o a un HIV positivo undetectable; esattamente come puoi uscire di casa e beccarti il vaso di fiori appena caduto dal terrazzo della sciura Maria mentre passavi proprio tu. E allora ci domandiamo che senso abbia dire “no, tu sei in PrEP, / no, tu sei undetectable stai lontano dal mio letto perché non so quando ti sei fatto gli ultimi esami”. E noi allora non vogliamo andare a letto con qualcuno ansioso perseguitato dalla mania di controllo. Pensa un po’. Questi paranoici vanno con chi si presume negativo dopo l’ultimo test fatto a inizio anni 90, sostengono “io vado solo con gente di cui mi fido e dopo se la prendono con noi. Da “Stigma Stop” ripetono più di una volta che non bisogna discriminare chi è ignorante in materia ma di fronte a certi atteggiamenti, scusate se il “vaffanculo” ci parte in automatico come uno starnuto quando hai il raffreddore.
Undetectable Detective in incognito
Questo stereotipo di “se uno è in PrEP, vuol dire che in realtà è positivo e sotto antivirali” ci ha dato un’idea per nuovi racconti, è inutile; noi amando scrivere storie sierocoinvolte e sierocapovolte ci ispiriamo a qualunque situazione.
Il nostro virus eroe ha bisogno di scoprire cosa fanno i negativi, se cospirano qualcosa contro i positivi (criminalità compresa) ma non potendo parlare con loro, l’unica soluzione è quella di nascondersi con l’aiuto di un suo umano che dovrà fingere di essere negativo in PrEP. Umano agente sotto copertura, virus anche! Non diciamo altro, ma invitiamo a documentarsi sulla prevenzione perché gli anni 80 sono passati da un bel pezzo.
Grazie soprattutto a Queer Scream per l’impegno!
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