Accogliere Antonio Falco, lo studente privo della vista, è una novità per il CampusIbuol e sono tutti pronti a ospitare anche il cane guida Ester. Che però non si trova e Tatiana vuole capire dove sia finito.
Accoglienza per Ester
La bella notizia è arrivata il 27 dicembre 2021: Ester, la cagnolona guida del nuovo arrivato Antonio, può entrare al campus e anche alle lezioni col benestare del Rettore in persona!
Unica condizione irrevocabile è farle indossare la museruola nelle occasioni in cui si mangia e portarla a sporcare nell’area cani inaugurata dal Comune di Bugliano recentemente.
Il ragazzo però è stato subito chiaro: da quando il Sindaco Buggiani nel 2019 ha imposto di mettere i pannoloni ai cani per ragioni di decoro, lui ha sempre obbedito perché il pannolone, con conseguente lavaggio di sedere post-cacca, è per lui il male minore rispetto a doversi chinare e raccoglierla.
Secondo l’addestratore non serviva che il conduttore del cane se ne occupasse, tirare su la merda era compito degli altri e al cieco bastava non pestarla, quindi di necessità si fa virtù! Io non sarei stata accondiscendente con un istruttore così, ma poco importa.
Ora si trattava solo di andare a prenderla nella sede della UICI Bugliano, l’associazione di Ciechi in cui Ester era rimasta sorvegliata dai volontari fino a che l’accoglienza alla IBUOL di entrambi non fosse sicura; io non ho animali domestici, però mai mi sarei fidata di lasciare il mio compagno di vita a estranei specie se svolge un lavoro così importante!
Memore della sua aggressività durante il giorno della presentazione comunque, non ho fatto parola con Antonio su questo.
Guarda dove vai!
Stavo seduta in sala break a far colazione quando lui è arrivato oscillando un bastone a terra; attendevo Adri che aveva perso tempo di sopra al telefono col suo capo, e improvvisamente ho sentito Antonio sbattere in pieno contro la mia sedia infilandomi la punta del bastone fra i piedi.
“Guarda dove vai”, avrei voluto dirgli ma mi sono trattenuta per non offenderlo.
In effetti ho la malsana abitudine di mettermi in mezzo alla stanza ostruendo il passaggio agli altri, perciò ora che abbiamo una persona in oggettiva difficoltà dovremmo tutti cambiare comportamento e non sarà facile.
Posata la tazzina del caffè sopra il tavolo, mi sono girata per aiutarlo chiedendogli scusa. “Tatiana se non sbaglio”, mi ha risposto; “sei quella del test HIV!”
Ammazza! Oltre a sapersi muovere anche senza conoscere il luogo, è riuscito a capire chi sono soltanto dalla voce! Il proverbiale sesto senso dei ciechi? Per farmi una burla, Antonio ha alzato la punta del bastone dirigendola verso di me e si è messo a ridere: “Con questo potrei toccarti il culo e non sarebbe una molestia perché tra questo e il mio dito c’è un metro abbondante.”
Ah sì? Davvero? Ho cambiato subito il discorso iniziando a farlo parlare di Ester, gli ho raccontato di quanto triste sia doversi separare da un amico a quattro zampe. Ricordo ancora il 1994 dopo esser stata abbandonata in ospedale dalla mia prima madre adottiva, quando per non lasciarmi sola mi avevano affiancato un cane pure lui trovatello che alla fine se n’è andato con un poliziotto e da quell’esperienza non ne ho più voluto sapere.
Poi diciamolo, il mio virus HIV di Bugliano come compagnia adesso basta e avanza! “Ester è un numero”, ha sorriso Antonio; “appena la vedi te ne innamori!”
Antonio Falco chiede un favore
Approfittando della sua distrazione ho preso il mio telefono per controllare l’applicazione che gestisce la pillola digitale usata come profilassi pre-esposizione: l’allievo assume regolarmente la sua dose, l’esperimento funziona!
Bravo negativo, se rispetti così i tuoi doveri puoi anche guadagnarti la conversione prima del previsto anche se non sarò io la tua gifter.
“Ti posso chiedere una cosa, Tatiana? Elias aveva una lezione presto e non riesce a portarmi. Mi dai uno strappo tu all’Unione Ciechi per favore?”
Tutti uguali i chaser. Quando li rendi consapevoli che il loro desiderio potrebbe realizzarsi, diventano cortesi all’ennesima potenza e allora lo sono stata anch’io; gli ho proposto di raggiungere l’associazione in auto ma lui ha preferito a piedi, così quando tornavamo indietro con Ester la potevo vedere in azione.
Ero impacciata, in vita mia non avevo mai accompagnato una persona con questo tipo di difficoltà e anche se usava il bastone ho voluto che mi insegnasse a dargli le direzioni e fargli evitare gli ostacoli. Lavoro sporco a cui di solito pensa Ester, però è sempre un’esperienza nuova da cui imparare. La peggiore è stata quando su uno scalino ha rischiato di capottarsi perché non gli avevo detto “scalino giù” e s’è incazzato ma io ancora una volta gliel’ho ripetuto: se t’incazzi torniamo indietro, ti chiudi nella tua stanza, niente cane guida e soprattutto niente virus!
Un altro paio di attraversamenti senza grossi problemi e siamo arrivati alla sede. Ci ha accolto un volontario sui 19 anni, più impacciato di me e che sembra conoscere molto bene Antonio. Si sono stretti la mano e salutati ma quando lui ha chiesto del cane, il ragazzino ci ha guardati mortificato.
“Non so se ho sbagliato mi dispiace, ma la tua amica non è più qui: è venuto un tizio che sostiene di conoscerti a chiedere di Ester, e io…”
“E tu hai lasciato che la prendesse, Saro? Quanto testa di cazzo sei pure se ci vedi! Lo sai che con un biscotto te la compri e andrebbe via con chiunque. Se la perdo, giuro che ti spacco il culo!”
Calma, per quel che ne sappiamo potrebbe esser stato Elias! O Riccardo! Abbi un po’ di fiducia nel mondo anche quando non va come previsto; ma soprattutto niente parolacce!
Il giovane Saro ci ha spiegato che a prendere il cane è stato un tale vestito con la divisa da poliziotto e dai modi parecchio sbrigativi, per cui ha avuto soggezione e non ha voluto contraddirlo o fargli domande. Io da parte mia mi sono tranquillizzata perché forse il rettore della IBUOL ha pensato bene di mandare Adri e, conoscendo il profiler, adesso già Ester sarà in giro per il campus sgranocchiando biscotti.
Sicuri di ciò, stavamo per uscire ma Saro ha fermato Antonio allungandogli un foglio pieno di puntini. “Quell’uomo non mi ha dato altre spiegazioni, ha solo lasciato questo biglietto in Braille per te.”
Un normalissimo cartoncino con una scritta, potevano essere gli auguri di Natale in ritardo e io mi sono sentita inferiore per non saper leggere quel tipo di alfabeto. Neanche Adri lo sa, d’accordo, ma al giorno d’oggi su Internet si trova di tutto e forse è anche possibile impararlo. Da come Antonio scuoteva la testa però aveva tutta l’idea di essere un messaggio indesiderato, se non addirittura molesto.
“Secondo te cosa vuol dire, Tatiana? C’è una frase che sembra un suggerimento per un bug chaser affamato come me.”
Test ancora fedeli, o no?
“Probabilmente vuole sapere se sono ancora negativo ma non c’è una firma, sotto c’è una sigla che non riesco a decifrare.”
Mentre Antonio continuava a muovere il dito sugli ultimi puntini del biglietto, abbiamo salutato Saro e siamo usciti, in direzione CampusIbuol; questione di minuti e il mio nuovo amico avrebbe potuto riabbracciare la sua guida Ester! Ho mandato un messaggio a Adri per avvertirlo di venirci incontro al nostro ritorno, e alla sua risposta affermativa sono stata ancora più tranquilla.
“Sì però questa sigla… Non è la stamperia Braille!” Antonio pareva agitato di nuovo e ci siamo fermati di fronte a un’auto parcheggiata. “Non capisco davvero cosa voglia dire questo nome, Sa6Ta6Na6. Tu hai idea?”
Sì purtroppo, e non promette nulla di positivo.
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