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Trasloco e WordPress multilingua: le nostre sfide

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Quando siamo nati nel 2019, il nome “PlusBrothers” è stato preferito a “Il Mondo Positivo” perché fin dall’inizio consideravamo l’idea di un blog rivolto a lettori italiani e internazionali ma, a causa della complessità nella realizzazione, per anni abbiamo accantonato il progetto.

La tecnologia però, nel tempo, ci ha smentito consentendoci dei progressi che prima nemmeno sognavamo.


Il trasloco

Eravamo partiti con un sito web a basso costo ma sviluppando il blog ci rendevamo sempre più conto di avere necessità maggiori rispetto a quelle che riuscivamo a soddisfare restando lì, così nel 2021 siamo passati a un servizio professionale.

Rispondeva perfettamente alle nostre esigenze operative a eccezione del prezzo che, a lungo andare, è diventato insostenibile e alla fine abbiamo deciso di trasferirci, dopo aver individuato chi a parità di servizi garantiti fosse più compatibile con le disponibilità economiche di due blogger amatoriali.

In teoria, i dati dovevano passare dallo spazio vecchio a quello nuovo nel giro di pochi minuti e in seguito saremmo rimasti fuori rete una settimana ovvero i tempi tecnici e burocratici del trasloco, indipendenti dalle nostre volontà; invece siccome la sfortuna sa sempre dove colpire, il fornitore vecchio non consentiva la migrazione a quello nuovo e abbiamo dovuto arrangiarci.

Fallita anche la migrazione manuale per motivi che tutt’ora ignoriamo, ci trovavamo con un sito on line ma su cui era impossibile effettuare qualunque modifica.

A posto, eravamo nei guai e restavano solo due opzioni: domandare i danni o ricominciare daccapo facendo un sito nuovo – ovviamente avevamo archiviato i contenuti al sicuro e nessuno dei nostri scritti era andato perduto.

Avvocati, tribunali, risarcimenti? Economicamente non era fattibile rivalerci contro il vecchio gestore e poi non avevamo intenzione di passare una vita a litigare coi fornitori di servizi Internet.

Piuttosto, usiamo i nostri soldi per pagare una persona competente che ci aiuti a ricominciare e questa volta non si scherza più.


Nuovo metodo di lavoro

Rifare il sito era un’idea che rimandavamo da tempo vista la mole di lavoro che avrebbe significato, ma finalmente era venuta l’ora: ci siamo rivolti a Gloria Liuni, una web designer e formatrice in tema WordPress; conosceva il nostro blog e ha creduto in noi fin dall’inizio, dopo esserci incontrati in un gruppo Facebook in cui ci si confrontava su tematiche legate allo sviluppo web. Allora se da lei abbiamo ricevuto fiducia, perché non contraccambiarla?

Programmare non è il nostro lavoro, per cui ci serviva un sistema di personalizzazione più semplice possibile ma che anche una persona con disabilità visiva fosse in grado di usare; Divi, Elementor, ne abbiamo visti tanti senza però trovarne uno di pienamente idoneo, poi Gloria al WordCamp Verona ha spiegato il full site editing, un metodo per modificare i siti che funziona con lo stesso editor usato per scrivere i contenuti; insomma, come cambi il contenuto personalizzi anche l’aspetto estetico della pagina. Eccolo, il metodo adatto a noi. Bastava imparare a usarlo e lei ce lo ha insegnato.

Non ci dilunghiamo in troppi dettagli tecnici, ma il lavoro svolto insieme a Gloria è quello che ci ha permesso di avere la struttura del sito in italiano e inglese senza eccessivi sforzi, lavorando col codice solo in alcune situazioni particolari.


Sito multilingua

WordPress ha un enorme archivio di estensioni (chiamate plugin) per ampliarne le funzionalità e fra queste, molte sono dedicate a supportare un blog in più lingue; noi però non volevamo complicarci la vita con interfacce difficili da usare o limitazioni eliminate solo pagando. Avevamo e abbiamo bisogno di lavorare in modo snello, rapido e proattivo.

Le conoscenze acquisite grazie a Gloria ci hanno indotto a teorizzare: bene, se un template -modello- di un articolo ha alcune componenti fisse, traduciamo quelle e poi siamo a posto.

Header, data e autore, barra laterale, footer. Queste si chiamano “parti del template” e sono le aree comuni per qualunque articolo o pagina.

La conferma alle nostre ipotesi arriva da un articolo sul supporto di WordPress.com, il servizio web utile per crearsi un blog gratuito personalizzabile solo in alcune funzioni di base: crea blog multilingue con l’editor a blocchi.

Con Gloria si era a buon punto nella creazione delle pagine italiane e così abbiamo detto dai, facciamole in inglese! Decisamente un bel lavoro e ci sembrava che se non si usciva ad aprile 2024, saremmo slittati a fine maggio. Poco male.


Internazionali solo in parte

Nostro malgrado non avevamo fatto i conti con la complessità di alcuni componenti: la ricerca è il modulo che ci ha tenuti bloccati di più a forza di provare estensioni a pagamento e modifiche, fino a quando abbiamo preso la decisione: uno sviluppatore freelance avrebbe creato il modulo per noi, ma prima di arrivarci ci eravamo intestarditi a farlo da soli perdendo un sacco di tempo.

Stessa cosa col cambio lingua dell’interfaccia principale, come il modulo di invio commenti, o le pagine di errore: lì per non occupare tempo allo sviluppatore abbiamo utilizzato il modello “chat GPT”, chiamarla “intelligenza artificiale” non ci piace perché intelligente non è… Fatto sta che alla fine siamo arrivati ad avere una struttura in inglese che può definirsi quantomeno decente.


Traduzioni?

Qualcuno ci chiede: “voi vi siete complicati la vita quando esistono un sacco di estensioni che traducono i post in automatico, ora con l’intelligenza artificiale chi ve lo fa fare?”

Come no, quale visitatore dall’estero accede a un blog italiano e se lo sta a tradurre pezzo per pezzo? Un commercio elettronico probabilmente sì, ma un sito di racconti viene chiuso subito.

Per non parlare di come vengono tradotte le pagine; anche se i servizi automatizzati sono migliorati in modo rilevante, alcuni dettagli sono intraducibili. Soprattutto gli anagrammi e giochi di parole su cui molte delle nostre storie inventate si basano.

Allora tanto vale prendere le trame e adattarle al contesto internazionale. Un’opportunità in più per correggere anche eventuali errori che ci portiamo dietro in quelle italiane.

Qualcuno la chiami pure resilienza visto il disastro in cui ci siamo trovati all’inizio, noi la chiamiamo crescita personale perché quando sbatti per terra il culo, l’unica soluzione è quella di tirarsi su.


Una risposta a “Trasloco e WordPress multilingua: le nostre sfide”

  1. Mondo Positivo: quando riprendiamo?

    […] trasloco nel nuovo sito ha impiegato più tempo del previsto impedendoci di pianificare al meglio i nuovi contenuti del […]

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