8 dicembre 1980, reale: John Lennon viene ucciso da un mitomane. 8 dicembre 2021, Bugliano: Freddie capisce che il pericolo mitomane è vicino…
Pranzo mesto al Campus
Siamo seduti a tavola e fra tutti noi regna un angosciante silenzio rotto solo dalla televisione. Va in onda un programma natalizio con i colori, musiche e voci allegre che stonano terribilmente con l’atmosfera lugubre presente in tutto il Campus Ibuol. Il mio posto è a capo tavola, Tatiana e Raymond Still sono ai lati seduti uno di fronte all’altra, ma insieme a loro ci sono anche alcuni studenti che non conosciamo e sembrano non avere alcuna voglia di presentarsi.
Nessuno ha il coraggio di dire una parola: non abbiamo notizie di Adri da un po’, lui col suo lavoro di profiler si sarà messo certamente nei guai! Ogni squillo o notifica che sentiamo pare quella giusta invece sono i soliti videomessaggi stupidi a cui nessuno fa caso per non finire sconfitti al gioco whamageddon, vissuto dai presenti come fosse una questione di vita o morte.
A me però quest’assenza di comunicazione mette a disagio e cerco di intavolare una conversazione almeno con Tatiana; più la guardo e più mi sembra identica alla ragazza che ho conosciuto ai miei ultimi concerti! Le canto “you are my sunshine” e lei scuote la testa: non è il momento, ti prego!
Niente, non c’è verso; possiamo solo rassegnarci a mangiare in silenzio, dovendoci sorbire le stupidaggini raccontate dalla conduttrice che parla dalla tv accesa.
“Vedi Freddie”, inizia a raccontarmi Raymond. “Sei qui con la tua famiglia ma io vorrei ancora proteggerti, per quanto mi è possibile. Hai fatto di testa tua uscendo allo scoperto prima del tempo e hai complicato non poco la situazione! E se Adri fosse stato rapito a causa tua? C’hai pensato?”
Che cazzo sta dicendo, cosa c’entro io con l’eventuale scomparsa di quel poliziotto – sempre se non è andato a farsi il ponte dell’Immacolata Colazione per gli affari suoi? La situazione mi sfugge e vorrei tornarmene a Londra, potrei pagare volo, trasporto e tutto quanto coi soldi che continuo a guadagnare dalla musica ma niente da fare, conti e carte di credito non possono essere toccati senza l’autorizzazione di Ray, che fa tanto l’amico ma poi chissà cos’ha in mente!
John Lennon!
Capisco al volo che qualcosa non va, perché continuano tutti a comportarsi come se le stupidaggini discusse in tv fossero l’evento più solenne del mondo e non esito a chiedere se si può spegnere o cambiare canale, ottenendo solo un cenno di dissenso da parte di Tatiana che si alza da tavola per andarsi a sedere al pianoforte poco lontano, iniziando a suonare.
Riconosco immediatamente le note di Imagine e mi scende una lacrima; accidenti, come ho fatto a essere così stupido e non ricordare che l’8 dicembre 1980 è morto uno dei miei idoli, John Lennon? Sono davvero vecchio, scusatemi! Anche se sento che il mio fisico sia rimasto quello di un tempo, forse il cervello è andato davvero a finire male.
“Mark David Chapman”. Questo nome risuona dagli altoparlanti della tv. “Il mitomane Uccise John Lennon a colpi di pistola dopo aver ottenuto un suo autografo qualche ora prima.”
Tatiana si alza dal piano e mi si siede accanto, posandomi una mano su un ginocchio: “Lo sai meglio di me, Freddie. Quella è stata una tragedia pazzesca, quand’è accaduta dovevo ancora nascere ma la storia mi ha colpito perché forse John Lennon è stato difeso poco…”
“E noi non ti permetteremo di fare la stessa fine!” Nel rispondere, Ray mi ha abbracciato forte e ha rivolto un’occhiata alla ragazza accanto a me; compresa la situazione al volo, lei ha fatto partire un audio sugli altoparlanti presenti in tutto il CampusIbuol. Incredibile, ha usato il proprio telefono per diffondere musica! Non sono abituato alle tecnologie moderne, è chiaro.
Ma … Ma quella è la versione Queen del brano Imagine, con Brian e gli altri l’abbiamo suonata a Wembley proprio il giorno dopo la morte di John! Eravamo completamente sconvolti e la canzone non stava in scaletta però era il minimo che potessimo fare per salutare il grandissimo genio appena scomparso. Poco era stato il tempo per fare le prove, sì, e noi ce l’abbiamo messa tutta riuscendo a emozionare il pubblico ugualmente.
Già, sembra quasi una coincidenza: ogni evento importante per noi è accaduto a Wembley e adesso Ray insiste per farmi ricordare un mio incontro in particolare, ma erano talmente tanti i fan! “Mark David Chapman”, quelle parole mi stanno perseguitando in testa. “Il mitomane Chapman”, “quattro colpi di arma da fuoco”, l’8 dicembre 1980 cosa stavo facendo? Avevamo il concerto la sera dopo, non può essere che mi sia infilato in qualche guaio; l’unica certezza è che non ho saputo in tempo reale cosa fosse accaduto a John.
“All’epoca i social dovevano ancora nascere”, prova a sdrammatizzare Raymond; “ora però il mitomane che ti dà la caccia non gira con la pistola, il dissanguatore è molto più subdolo rispetto a quel Mark.”
Mark, il segno del destino?
Ancora lui: Mark, Mark, Mark. Ho in testa il nome di quel bastardo e mi colpisce come un martello, non riesco a comprenderne il motivo! Ray spegne la musica e sussurra qualcosa in inglese: “Marked permanently” e indica il tatuaggio col segno biohazard evidente sul collo di Tatiana.
Sì, Mark! Può essere un nome ma significa anche marchiare, segnare. Mark me! Qualcuno mi aveva apostrofato così tra le centinaia di incontri occasionali avuti in passato, questo è certo! Ero considerato peggio di un animale in quelle situazioni, come se qualcuno dovesse segnare il territorio su di me e io su di lui ma dei volti non ho alcuna idea, anzi ammetto che non mi interessavano.
“Dai forza Gifter, possibile che non riesci a ricordare? Fosse qui Adri ti farebbe le domande giuste, io non so…”
Piccola mia, perché mi chiami in questo modo? Ma è proprio il nomignolo che Tatiana ha usato a farmi tornare in mente la scena! Ecco dove l’avevo visto e sentito, dannazione. Erano i primi anni 80 e un ragazzo anonimo insieme al suo compagno aveva flirtato con me. Quello tra i due più esuberante però non mi piaceva, aveva un atteggiamento troppo aggressivo perciò solo il suo partner è venuto a casa mia.
“Mark me, gifter!” Mi sentii urlare quel giorno di tanti anni fa. Ma mi ero già allontanato col suo compagno senza sapere cosa quei deliri significassero. Quello fu un incontro intenso, con un ragazzo che rividi molto tempo dopo quando mi diagnosticarono l’AIDS nel 1987! Lo stesso che Adri mi ha fatto vedere nel film Bohemian Rhapsody definendolo suo fratello!
“La situazione è questa Freddie”, mi spiega Raymond. “Forse se te li portavi a casa entrambi non ci sarebbe stato tutto questo casino ma il tuo prezioso regalo sarebbe andato a qualcuno che non lo merita, ora invece grazie a me, Tatiana e in futuro anche Adri, abbiamo un legame straordinario e indissolubile.”
Se lo dici tu… Quando fa il misterioso il professor Still mi spaventa, qualcosa mi fa pensare si stia riferendo all’AIDS. In effetti quando ero Zach Nolan l’ho sentito discutere con altri medici su trasmissioni virali e famiglie, ma rincitrullito come ero dai farmaci ho sempre creduto di essermi sbagliato e sono stato al gioco rispondendo loro a tono. Anche perché, ammesso che “gifter” sia un nome legato al virus. Come faceva il ragazzo aggressivo a sapere che io ero positivo se a quel tempo neanch’io ne ero a conoscenza?
Attualmente però la mia consapevolezza è diversa e desidero tanto, tanto sapere se in passato ho contagiato realmente qualcuno! Non me lo perdonerei, specie se sono davvero il padre di Tatiana. Aver contribuito a far nascere una bambina condannata a morte ma viva soltanto per miracolo… No! Non può, non deve essere!
“Tu non hai fatto niente di male”, mi tranquillizza Raymond. “Hai dato vita a una meravigliosa comunità e ti sei riunito alla tua vera famiglia. Ma adesso devi aiutarci a salvarti, se non vorrai che un altro fanatico diventi famoso per aver assassinato una leggenda del rock.”
I giorni successivi alla morte di John Lennon avevo letto molto sullo squilibrato Chapman, ma giudicavo remota l’eventualità di un mitomane pronto a colpirmi, circondato come stavo dal mio staff.
In più adesso che tutto il mondo mi crede morto mi sono convinto di stare ancora più al sicuro, ma risentire la storia di Lennon a decenni di distanza inizia a farmi paura: dovrei forse continuare a nascondermi? E per quanto? Ma soprattutto chi è quel ragazzo che negli anni 80 voleva gli lasciassi qualcosa di permanente addosso, è davvero il fratello di Adri? Fosse stato proprio lui a rapirlo?
Ormai è palese che Ray non vivrà ancora per molto, oggi ha compiuto diversi sforzi per stare qui con noi e finito il pranzo l’ho accompagnato a riposare. Il telefono di Adri invece, risulta sempre irraggiungibile e io non so più come comportarmi. Se è finito nei guai per colpa mia giuro che vado da solo a caccia del fanatico e lo uccido a mani nude.
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