24 novembre 1991: 30 anni fa ci lasciava Freddie Mercury, la leggenda del rock; e noi dopo aver dato spazio ai racconti di fantasia, vogliamo prenderci un attimo per ringraziarlo coi nostri pensieri più che reali.
Elena e Alex
Grazie, Freddie Mercury
Grazie a te, Freddie Mercury, per esser entrato nelle nostre esistenze. Grazie per tutta la musica intramontabile che ci hai regalato, alla positività che sei riuscito a trasmetterci!
E stavolta no, non ti preoccupare, niente doppio senso. L’abbiamo scritta così apposta perché senza una battuta virale non saremmo noi, ma non c’è la benché minima intenzione di prenderti in giro.
Sei l’unico artista che ascoltiamo sempre volentieri da quando eravamo adolescenti a ora e siamo cresciuti insieme a te anche se sei morto durante i nostri anni peggiori, quelli in cui eravamo un po’ tutti e due in cerca della nostra vera identità.
Hai anche fatto una gran paura al vecchio Alex “Gifter”, all’epoca sedicenne, che da gay giovanissimo per anni non volle flirtare con altri ragazzi per paura di fare la tua fine. Allora proprio grazie a te si è buttato anima e corpo sulla musica, salvandosi la vita durante la fase acuta della crisi AIDS. E questa è la prima occasione in cui l’hai tirato fuori dai guai.
Poi pazienza se è risultato sieropositivo a 37 anni dopo essersi innamorato di un imbecille che gli ha portato a casa il virus, ma era il 2013 e dopo lo shock iniziale ha preso la situazione in mano e, seguendo le terapie, ora ha le stesse aspettative di vita di un negativo. E c’entri tu pure stavolta se lui non è finito come te, perché è anche merito tuo se la ricerca è andata avanti!
Freddie e la ricerca scientifica
Sai, oggi non è più come ai tuoi tempi; allora quando il virus entrava nel tuo corpo eri morto e non si discuteva mentre adesso con le medicine puoi diventare non rilevabile. Lo so che ci domanderai cosa cazzo vuol dire, com’è? Da leggenda del rock a non rilevabile?
Non vieni declassato tu, è il virus che si blocca! Salvo effetti collaterali della terapia assolutamente soggettivi da persona a persona e su cui noi non essendo scienziati evitiamo di mettere lingua, la quantità di virus che hai nel sangue ti si annulla e l’HIV non può più farti del male, né tu puoi diffonderlo in giro! Una convivenza pacifica, a patto che tu lo mantenga così prendendo regolarmente le pastiglie prescritte dal medico. Poi di recente hanno anche inventato Carla, la terapia HIV a lunga durata che consente di conviverci ancora meglio, ma che te lo dico a fare?
Quindi positivi e negativi sono liberi di avere contatti senza ogni volta l’ansia di far danni; e come se non bastasse anche chi è senza virus può prendere delle medicine per proteggersi dall’HIV, solo che almeno qui in Italia costano troppo e nessuno te le rimborsa, pochi te le prescrivono quindi non sono facili da ottenere.
Poi ovvio, non c’è solo HIV per cui i preservativi andrebbero usati come ai tuoi tempi; ma finché questo concetto non entra in certe teste, converrai pure tu che è sempre meglio di nulla!
Solo che a questo risultato siamo arrivati nell’ultimo decennio o poco più, ma se tu fossi resistito altri 5 anni avresti avuto un regime di 40 pastiglie al giorno quasi certamente incompatibile con la tua riservatezza e il tuo lavoro su e giù dal palco, perché gli effetti collaterali all’epoca erano pesantissimi – almeno così riferiscono alcuni amici nostri “veterani” dell’HIV dagli anni 80 fortunati a poter raccontare il prima e il dopo.
In giro c’è ancora lo stigma
Ma se scienza e medicina hanno migliorato la gestione clinica della sieropositività, devi sapere che in giro si dicono e fanno le stesse stronzate degli anni 80: c’è ancora chi pensa a HIV come una realtà riguardante solo gay, drogati o emarginati; ancora esiste chi ha paura solo a stringerti la mano o darti un bacio, i media alimentano ancora i pregiudizi verso le persone sieropositive criminalizzando l’infezione da HIV, sapessi guarda!
Tu avresti scoperchiato lo stigma ne siamo convinti, ma non hai avuto tempo. Poi in questi ultimi due anni si è messo pure il coronavirus, una malattia che fa un sacco di morti e si chiama covid-19, ma questa è un’altra storia e noi non abbiamo voglia di raccontartela.
Vedi Freddie: è una settimana che in massa ti stanno piangendo, noi invece non ce la sentiamo perché il tuo sacrificio non è stato inutile, in quanto è merito della fondazione in tuo nome – Mercury Phoenix Trust – se la ricerca è andata avanti più velocemente e, sierofobia a parte, la gente è diventata un attimo più consapevole che l’HIV esiste e non guarda in faccia le persone.
Da quando ci hai lasciati sono state messe in piedi diverse iniziative benefiche per finanziare le maggiori realtà dedicate allo studio dell’AIDS in tutto il mondo; così adesso, ogni volta che il vecchio volpone di Alessandro “gifter” suona una tua canzone al piano, è come se tu fossi qui. Non fraintenderci, non crediamo alla reincarnazione. Lui ha lo stesso virus tuo, ma non è una tua seconda identità!
Lui è grande e grosso ma piange a fontana quando pensa alla tua morte, dice sempre di sentirsi in colpa perché è sieropositivo ed è qua, tu invece non ci sei più. Poi gli passa subito comunque, e riprendiamo a scrivere storie di fantasia dove c’è anche l’HIV tra i protagonisti. HIV di Bugliano, originato dal tuo sangue.
A proposito, tu sei diventato il fornitore ufficiale di virus da quando un certo Red Ronnie ha fatto un video in cui parlava male di te, e diceva che pur sapendo di avere l’HIV ti portavi a letto mezzo mondo senza precauzioni; evidentemente voleva intervistarti in occasione di Sanremo 1984 ma tu non l’hai calcolato minimamente!
Così noi per rispondergli a tono abbiamo costruito con la nostra fantasia una versione benevola del virus HIV che porta con sé le emozioni positive – sempre senza doppi sensi – e a lungo andare anche il tuo talento. Chissà se uno dei nostri personaggi positivi canterà come te? Almeno se devi trasmettere virus in giro fallo per costruire non per distruggere!
Comunque porta pazienza con noi perché non siamo degli ammiratori romantici, ci piacciono i polizieschi e siamo attivi nella lotta all’HIV nel nostro piccolo di blogger amatoriali; perciò come gratitudine ti abbiamo trasportato in una località inventata su Internet, Bugliano, dove sei residente dal 1991 in incognito come Zach Nolan per sfuggire a un mitomane che prima o poi tu e il tuo virus sconfiggerete insieme.
Perdonaci, ma abbiamo provato a seguire il tuo esempio: tu hai avuto il coraggio di proporre Bohemian Rhapsody scoperchiando tutti gli standard radiofonici dell’epoca, noi non siamo all’altezza ma vogliamo dare al mondo un racconto diverso dal solito paradiso, inferno, e simili!
Cosa dirti, speriamo tu gradisca la comunità buglianese che senza riserve ti ha accolto, nel frattempo ti ribadiamo ancora una volta che ti vogliamo bene. Grazie di nuovo, Freddie Mercury! Enjoy Bugliano!
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