Avviso ai lettori: in questo post si parlerà di vicende reali, tristi e complesse perciò chi è interessato solo al nostro lavoro satirico passi tranquillamente oltre. Non ci offendiamo.
E chi è la famiglia disgraziata? Ne ha parlato Giorgio Gaber, per pigliarci tutti in giro.
Io, noi e Gaber
Il primo gennaio 2024, a 21 anni dalla morte di Giorgio Gaber, Raiuno ha mandato in onda il documentario “Io, noi e Gaber” dove la vita dell’artista viene ripercorsa da chi ha vissuto e lavorato con lui; ammettiamo che due ore di trasmissione ci hanno lasciato così tanti punti di riflessione che dovremmo aprire un blog solo per condividerli tutti ma preferiamo riassumere dicendo che siamo sempre stati suoi ammiratori perché fino a quando ne ha avuto le forze, non c’è stata persona o situazione a cui Giorgio Gaber abbia fatto sconti.
Irriverente? “Politicamente scorretto”? Pungente o caustico, gli si può dire di tutto. Perfino incazzato. E non sbagliamo comunque, perché quell’uomo ha saputo prendersela con fascisti e comunisti, maschilisti e femministe, tv e mondo dello spettacolo, denunciando con la satira ogni imperfezione o contraddizione e dobbiamo prenderne atto: fra gli anni 60 e 90 in cui ha lavorato Gaber, troppe ne sono accadute a livello storico, politico, sociale. E lui è stato sempre sul pezzo.
Era schierato con la politica? Bella domanda. Crediamo che la sua canzone “destra e sinistra” sia sufficiente a capire come, più che “con”, fosse schierato “CONTRO”.
Come autori ci siamo volentieri associati al gioco di “cos’è la destra, cos’è la sinistra” creando le nostre stupidaggini a tema:
- se sei etero sei di destra, se sei gay invece di sinistra
- la profilassi pre-esposizione, è palesemente di sinistra. Ma se metti ancora su il goldone, devi ammettere che sei di destra. Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?
- Lo stigma e la discriminazione, son da imbecilli più che di destra
- informarsi sulla prevenzione, è da saggi più che di sinistra. Sai cos’è la destra, cos’è la sinistra.
Ma sì, diciamolo lo stesso anche se dovrebbe essere ovvio: questo blog è lo strumento più inopportuno per discutere di politica, come siamo o meno schierati non è affare dei nostri lettori. Abbiamo soltanto creato frasi nuove cercando di seguire i criteri a cui Gaber associa i due indirizzi politici.
E per quanto riguarda la disabilità visiva: “il bastone bianco è di destra, il cane guida invece è di sinistra”.
Il riferimento non è una stupidaggine insensata come quelle scritte qui sopra, è la posizione standard in cui le persone utilizzano tali ausili. Il bastone a meno che uno non sia mancino, si tiene con la mano destra (è il prolungamento del dito indice). Mentre il cane guida viene istruito per essere condotto con la mano sinistra – salvo eccezioni di disabilità alla mano o, per l’appunto, una persona mancina.
Incredibile come il gioco di Gaber valga sempre: canzone scritta nel 1994 ma cantarla 30 anni dopo e aggiungerci elementi nuovi la rende clamorosamente realistica. Curiosità, anche Marco Mengoni ha eseguito questo brano modernizzando lo stile, ma ovviamente le parole non sono cambiate.
OK va bene ma cosa c’entra Gaber con l’HIV? Di fatto nulla, ma ha citato l’AIDS in una delle sue canzoni: la famiglia disgraziata.
La famiglia disgraziata
Anno 1991, Teatro comunale di Pietrasanta, “le storie del signor G” è lo spettacolo in cui Giorgio Gaber si è esibito con questo brano:
Una presa in giro esplicita verso la spettacolarizzazione del dolore che già negli anni 80 e 90 stava prendendo piede nella tv italiana. Gaber racconta di programmi (e persone) che non ci sono più, è morto anche lui nel 2003 e chissà, avendolo ancora fra noi, quanto la famiglia disgraziata del signor G si sarebbe allargata?
Non ci siamo messi abbastanza con le rime però ci sta un “mio cugino Raffaello ha una voglia sul pisello e l’hanno chiamato al grande fratello”.
Però comunque puoi metterci rime e programmi tv che vuoi, ma introduzione, ritornelli e finale ci stanno perfetti:
“Vi presento la mia famiglia, non si trucca non si imbroglia, è la più disgraziata d’Italia”
“anche se soffriamo molto noi facciamo un buon ascolto siamo quelli con l’audience più alto.”
[…] “come ti chiami, da dove chiami, ci son per tutti tanti premi. Pronto pronto pronto tanti gettoni tanti milioni, con Berlusconi o con la rai.”
[…] “Il bel paese sorridente dove si specula allegramente sulle disgrazie della gente.”
[…] “come ti chiami, da dove chiami, stiam diventando tutti scemi. Pronto pronto pronto, stiam diventando tutti coglioni…”
Giusto per speculare un attimino, forse oggi il ritornello finale suonerebbe così:
“Come ti chiami, da dove chiami, siam diventati tutti scemi. Pronto pronto pronto, siam diventati tutti coglioni. Pronto pronto pronto, con la Meloni o con MediaSet.”
Gaber scusaci ma noi due, scemi così, ci siamo nati. La tv ha solo peggiorato la situazione.
Nota di colore: “la famiglia disgraziata” è una versione che Gaber ha leggermente edulcorato eliminando un po’ di linguaggio colorito e sessismo mentre la versione integrale è La strana famiglia. Dai, a Giorgio un po’ di sessismo possiamo anche perdonarlo gli vogliamo troppo bene e sappiamo che lo ha usato per una causa che fa arrabbiare anche noi.
Mino Damato: nel dolore, una storia bella
La canzone di Gaber si concludeva con una citazione:
[…] “E alla fine c’è nonno Renato che c’ha l’AIDS da quando è nato ha avuto un trionfo da Mino Damato.”
Il riferimento era a quando Mino Damato portò in tv la piccola Andreea, una bambina che lui aveva preso in adozione.
Come detto, Gaber a nessuno faceva sconti. Neanche a Erasmo “Mino” Damato conduttore tv e giornalista che si è occupato di HIV e AIDS seguendo i bambini della Romania dopo la caduta del regime. Un personaggio, Damato, che conosciamo principalmente per quanto ha fatto coi bambini. Poco ci importa di cosa faceva in tv come conduttore, prima di quel 1990 in cui si portò a casa una bambina rumena in AIDS. Andreea.
Chi era Andreea Damato
Abbiamo parlato recentemente di cosa voglia dire solidarietà umana e Mino Damato ne è stato l’esempio più lampante: appreso delle drammatiche condizioni in cui versavano gli orfanotrofi in Romania dopo la caduta del regime, si è attivato personalmente arrivando anche all’adozione di una bambina rumena di 3 anni, Andreea.
La piccola quasi sicuramente è figlia di una folle politica messa in piedi dalla dittatura: per l’ambizione di avere una nazione popolosa il regime vietò aborto, educazione sessuale e contraccezione, così i bambini nascevano alla selvatica maniera.
Si passava dagli aborti clandestini dei quali nessuno parlava, alle trasfusioni di sangue adulto “per fortificare i bambini”.
I piccoli, venuti al mondo dopo gravidanze portate avanti a forza, nel migliore dei casi venivano lasciati negli orfanotrofi da cui non sarebbero mai usciti vivi: “non può pensarci la madre, ci pensa lo Stato”.
Alla faccia del prendersene cura, questi sedicenti dottori compravano il sangue per strada prelevandolo a pagamento da persone comuni; fino alla caduta del regime, niente si sapeva di HIV e AIDS perciò migliaia di piccoli sono diventati HIV positivi così.
Fonte: sieropositivi abbandonati ed emarginati, articolo del 2006.
Alcune storie sono raccontate nelle interviste che Mino Damato ha rilasciato e sono ancora disponibili su YouTube, lui è morto nel 2010 ma la fondazione bambini in emergenza esiste ancora per i piccoli in stato di abbandono. Addirittura in una lunga intervista Damato raccontava di piccoli che mai erano stati presi in braccio, a causa dei pregiudizi sull’HIV. E a leggere certe storie noi ci sentiamo inutili quando pensiamo alla sierofobia dei nostri imbecilli dentro e fuori la politica.
Chissà se la fondazione, più precisamente il “centro pilota Andreea Damato”, ha avuto la fortuna di godersi un lieto fine per qualche ragazzino nato in quegli anni terribili, diventato positivo HIV da trasfusione e poi sopravvissuto grazie alla scienza? Chissà se qualcuno di loro vive ancora e può raccontare al mondo come negli anni è cambiata la sua condizione?
Intanto, per il coraggio dimostrato, possiamo solo esprimere la nostra ammirazione per il signor Damato e sua moglie. Adottare una bambina col destino segnato, Andreea è morta nel 1996 quando i farmaci erano appena usciti. Legarsi a una persona sapendo di essere destinati a perderla e in seguito andare avanti a fare del bene per lei e grazie a lei. Superfluo dire qualunque altra cosa.
Per concludere, torniamo alla base
“Sai cos’è la destra, cos’è la sinistra” dicevamo all’inizio canticchiando Gaber.
In merito ci siamo informati superficialmente però il signor Damato è anche stato in politica nel centrodestra, e il regime che ha mandato a morte per AIDS un sacco di bambini fatti nascere per forza anche se non voluti, era comunista. Di conseguenza a questo punto citiamo sempre Gaber:
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra[…] L’ideologia, l’ideologia
Malgrado tutto credo ancora che ci sia
È il continuare ad affermare
Un pensiero e il suo perché
Con la scusa di un contrasto che non c’è
Se c’è chissà dov’è, se c’è chissà dov’è[…
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