Nella sezione “storie positive” del nostro blog, stiamo pubblicando una serie a puntate chiamata “Maurizio Tarocchi” dove uno dei protagonisti si è dato parecchio da fare, diciamo così. E puntuale sicuramente più del treno, ecco arrivare l’odiatore: “siete diseducativi a esaltare gli untori”.
Il postino suona sempre due volte, dicono, ma quello che porta la Posta del Culo è sempre veloce e fa un baccano inconfondibile per cui gli basta suonare una volta sola.
Il Mondo Positivo: chi legge la presentazione?
Forse è l’abitudine che tutti abbiamo di consultare gli articoli via mail o da applicazione JetPack mobile, forse altro, sta di fatto che dal numero delle visite sul blog, vediamo che la nostra presentazione (pagina Cosa Facciamo) viene letta di rado.
Tempo fa ci era anche balenata l’idea di architettare un’applicazione per smartphone e tablet chiamata “il Mondo Positivo” dove si potessero leggere i nostri contenuti presentazione compresa, ma a livello economico avrebbe comportato oneri che non possiamo permetterci, tempo e attenzioni in più, per offrire che cosa rispetto al sito? Nulla, è inutile prendersi in giro; forse l’app (o anche il programma skill per Alexa) farà tanto figo e innovativo ma se è fatto senza avere finalità diverse rispetto al sito web, si trasforma in una buffonata.
Non possiamo ripeterci ogni volta!
Siamo stanchi di spiegare che inventiamo storie di fantasia per fare il verso a chi alimenta lo stigma, allora poniamo una domanda seria:
Perché nessuno andrebbe mai da Donato Carrisi a dirgli che i suoi noir esaltano i serial killer?
Prendiamo la serie di Mila Vasquez, per esempio: Il suggeritore, L’ipotesi del male, L’uomo del labirinto, Il gioco del suggeritore. In ognuno di questi romanzi c’è un personaggio antagonista che rapisce, ferisce e/o uccide. E anche quando pare venir assicurato alla giustizia, si capisce che c’è sempre un altro a piede libero anzi, più che piede, a mente libera. Qualcuno che non si sporca le mani.
E allora noi ci chiediamo: perché i lettori dei libri sanno riconoscere la fantasia comportandosi di conseguenza, mentre un blog viene preso per autorevole?
Lungi da noi ritenerci di qualità alta come Carrisi; quest’ultimo, al pari di Camilleri, è uno degli autori a cui ci ispiriamo e nulla più! Dopodiché il blog è solo una piattaforma vuota su cui è l’autore a decidere cosa scrivere, e noi abbiamo compiuto scelte diverse dai blogger che aprono uno spazio per mantenere un diario personale.
Abbiamo occasioni in cui esprimiamo qualcosa in merito alla nostra vita di tutti i giorni ma il fulcro è la fantasia, i post nel settore “mondo reale” vogliono soltanto dare a chi legge, la possibilità di sapere che dietro al Mondo Positivo ci sono delle persone vere con cui discutere.
Per il resto, non ci sentiamo diversi da chi scrive trame per videogiochi, libri o film.
Noi non siamo all’altezza di una Rowling, un Tolkien, un King, o nel nostro genere Angela Marsons e Linda Castillo; ci fermiamo decisamente molti anni luce più in basso e tali rimaniamo, come blogger amatoriali non accettiamo certe accuse e siamo convinti che nemmeno i grandi autori abbiano piacere se qualcuno attribuisce loro determinate colpe.
Fate il tifo per i nostri personaggi e odiateli pure se volete, ma per cortesia, fermatevi lì.
Chi esalta gli untori
Ve lo diciamo noi, chi esalta gli untori (oltre ai monatti dei Promessi Sposi, ovvio).
Manzoni raccontava che i monatti guadagnavano dalla pestilenza perché, occupandosi di portar via malati e morti, figuriamoci se non si appropriavano di tutto ciò che potevano, oltre a venir pagati! Nostro malgrado abbiamo ricordi vaghi sulla letteratura ma a questo punto va bene così.
Quelli che oggi chiamano untori senza che lo siano, invece, hanno un altro tipo di gente pronta a guadagnarci su: i giornali generalisti quando parlano dei casi limite come se fossero la norma, scrivendo “sieropositivo ha rapporti non protetti e contagia i partner”, senza precisare che il soggetto in questione sicuramente non assume i farmaci come dovrebbe.
La conseguenza di tali informazioni fuorvianti è quella di relegare in automatico la responsabilità per la salute pubblica, alle persone con HIV.
Su questi noi diciamo che la sierofobia tira più di un carro di buoi, perché anche dopo le ultime campagne avviate dalle associazioni, sono pochi i giornali generalisti a rendere noto il fatto che una persona HIV positiva in terapia antivirale non trasmetta il virus ai partner sessuali.
Una simile informazione, fondamentale per la vita sessuale di tutti, cancella anni di stigma restituendo al sesso la libertà e il piacere che dovrebbe avere; i casi limite acquisirebbero la loro dimensione reale, e addio lettori affamati di morbosità!
Anche noi facciamo fatica nella quotidianità a diffondere le informazioni reali su HIV in quanto, paradossalmente, ci viene detto: “sarà la solita bufala della rete, mi spieghi perché i giornali non ne parlano?” Domanda posta anche da sanitari!
Oppure: “se fosse vero, perché nei casi di cronaca i media sostengono che la persona si curava e poi quegli untori hanno infettato mezzo mondo?” Semplice: non si curavano o a insaputa dei medici buttavano le pillole nel cesso, ed è anche sbagliato chiamarli in quel modo.
Abbiamo più volte ribadito quanto il concetto di “untori” sia scorretto in questo caso, perché è proprio il tipo di narrazione tossica e morbosa ad alimentare lo stigma:
“Se io devo sentirmi responsabile della tua salute, meglio non farmi il test così non passo guai”. Sì, ma passi virus! Senza saperlo né curarti!
“Se parlo della mia condizione HIV, mi rifiutano perché mi considerano ‘infetto’. Quindi tanto vale che mi comporto come ho sempre fatto”… La vittima dello stigma, che diventa carnefice. Ben lontano quindi dal concetto manzoniano di untore dove la persona sporcherebbe la città con non meglio specificati unguenti per diffondere la peste bubbonica di proposito.
Quando fra l’altro, nell’opera di Manzoni e nel reale, nessuno ha avuto mai prove sulla presenza di untori! Sempre il solito metodo arcinoto di colpevolizzare qualcuno per un fenomeno su cui non si ha il controllo.
Nel caso di HIV? Anche in tale situazione, le storie di infezioni deliberate hanno sempre in origine problemi psicologici e psichiatrici di altra natura: se quegli uomini o donne anziché l’HIV avessero potuto usare l’acido muriatico avrebbero causato lesioni gravi ai partner lo stesso. Solo che, il virus HIV, fa meno “rumore” e un predatore sessuale di questo tipo, può agire indisturbato per anni.
La colpa? Sua, certamente, ma soprattutto delle scarse campagne efficaci di prevenzione fondate sulla consapevolezza, perché quelle basate sulla paura e le fantomatiche “categorie a rischio”, alla fine, hanno ottenuto solo l’effetto contrario e causato uno stigma per il quale nessuno pagherà mai.
Posta del culo col lieto fine
A volte succedono le cose belle anche nella posta del culo, ed ecco uno dei (rari) casi: noi abbiamo risposto al messaggio “esaltate gli untori” comportandoci con gentilezza come facciamo sempre, consapevoli che odiare gli odiatori ci metterebbe al loro stesso piano.
Abbiamo fornito la pagina in cui spieghiamo in cosa consiste il Mondo Positivo e il tale si è scusato – mortificato – dicendoci “violenza e sopraffazione sulle donne mi fanno uscire di testa non avevo visto le pagine introduttive pensavo questo fosse uno che dà HIV davvero, scusatemi”.
Figuriamoci quanto le violenze fanno arrabbiare noi, così come chi scrive senza approfondire! Ma prima di inviare un messaggio in modo compulsivo, sarebbe forse meglio sforzarsi e investire qualche minuto in più nel capire chi abbiamo davanti – o dall’altra parte dello schermo.
Anche noi vediamo tutti i giorni post e blog che non ci piacciono, fraintendere su Internet è all’ordine del giorno. Però almeno abbiamo LA DECENZA di stare in silenzio e ascoltare, finché non abbiamo la certezza di poter contribuire con gli altri blog in maniera propositiva.
Come comportarci con chi non legge la presentazione? Purtroppo JetPack mobile riduce al minimo la quantità di informazioni quindi il menu con la pagina “cosa facciamo” e il disclaimer, vengono tagliati a meno che dall’app non si decida di aprire il blog col browser -safari, chrome e compagnia-.
Da parte nostra facciamo il meglio che possiamo per spiegare che il mondo positivo non ha niente di reale, ma la gente che agisce con superficialità ci fa pensare che la frase vada capovolta: “il mondo reale non ha niente di positivo”! Peccato che, del mondo reale, facciamo parte anche noi e tutte le persone che ci vogliono bene. Allora, forse, un po’ di positività è rimasta.
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