Riccardo Preziosi e Floyd Turnpike. Un rapporto burrascoso fra padre e figlio dovuto alla lontananza fisica; ma ora entrambi sono a Bugliano e hanno una missione da compiere…
Padre inopportuno
“Ricky, vieni con me! Subito!” Che palle, mio padre interviene sempre nei momenti sbagliati, a lui non è mai andata giù la mia passione per i videogiochi né capisce perché abbia scelto la facoltà Informatica e gaming dell’università IBUOL con la speranza di trasformare l’hobby in lavoro; ora poi, che devo fortificare il mio castello onde evitare incursioni nemiche, papà è decisamente inopportuno.
“Figlio, sai come la penso. Ti sei rincretinito dietro a quel coso e stai vivendo in un mondo virtuale.”
“Senti, se sei venuto a farmi ancora la ramanzina te ne puoi anche andare!”
In silenzio, mi toglie dalle mani il controller del gioco e mi stringe fra le braccia. Finora avrei creduto più facile una nevicata a Bugliano in piena estate, piuttosto di un abbraccio dall’agente Floyd Turnpike, il duro e puro che non avevo mai visto lasciarsi andare in sentimento e tenerezza verso qualcuno. “Adesso spegni quel coso e vieni con me, guerriero!”
Già si vedono a schermo le icone del clan avversario in avvicinamento, mesi di lavoro sul mio castello virtuale stanno andando in pezzi ma se papà si è sbilanciato così, dev’essere per forza una faccenda importante!
“Dai fannullone, avanti!”
Stavolta mi afferra sotto le ascelle e mi tira su, di peso. Mi chiedo perché mi abbia riconosciuto come suo figlio, se poi siamo sempre lontani e quando siamo fianco a fianco prima mi abbraccia poi mi insulta. Abbasso lo schermo del portatile e seguo mio padre nell’altra stanza, non posso far altro. Indubbiamente si stava meglio al CampusIbuol, questo dove sono ora è una specie di grande centro benessere con tutti i comfort ma stare “sotto protezione”, come dicono i poliziotti, è davvero un’esperienza che non auguro a nessuno.
E tutto perché mi sono fidato della persona sbagliata! Neanche dovrei usare Internet, in verità, però quando papà è distratto vado a prendermi cura del mio castello dal suo PC.
Una missione importante
“Ricky, io fino all’altro giorno non ti avrei mai considerato capace di difenderti, e invece atterrando quell’uomo hai sorpreso me, e anche lui. Per questo ho dovuto portarti via, mi capisci?”
Un colpo al cerchio, e uno alla botte. Possibile che non riesca a farmi un complimento senza lanciare sempre qualche frecciata? “Vedi papà, sai bene che non ho mai frequentato corsi di autodifesa, me l’hai sempre vietato! Ho dovuto imparare dai video ed esercitarmi in realtà virtuale.”
“Certo! Con quello che si rischia, ma mi sono reso conto l’altro giorno di essermi sbagliato. Se solo penso che potevi finire come tua madre…”
Già, quand’è sparita io avevo soltanto 17 anni e non ho mai creduto alle cattiverie che dicevano in proposito: “fuga volontaria, Arianna Preziosi è scappata con un uomo abbandonando suo figlio”… C’è stato anche un momento in cui ho accusato papà di averla uccisa perché era contraria alle nostre aspirazioni di Bug Chaser.
Idea, la mia, dimostratasi malsana dopo che mio padre ha iniziato ad indagare sotto traccia dagli Stati Uniti, quando il commissariato di Bugliano ha insabbiato il caso e non c’ha più voluto fra i piedi.
In realtà non ci siamo mai rassegnati alla presunta fuga volontaria, ma non trovandosi corpo né documenti di mamma ce n’eravamo quasi fatti una ragione tanto che al mio diciottesimo compleanno papà mi ha portato dal prof. Raymond Still, grazie a cui ho ottenuto la mia positività; la speranza che mia madre potesse tornare da un momento all’altro però non mi ha mai abbandonato, fino a quando al CampusIbuol la sua borsa è stata rinvenuta nel pacco dedicato all’International Condom Day.
“Sai figlio mio, se ho fatto tanti errori è solo per cercare di proteggerti. Ma ora smettiamo di pensare a ciò che è stato, siamo vicini all’obiettivo e ora devi seguirmi un passo alla volta.”
Salva Bugliano, salva il mondo!
Mi porge un tablet con una mappa interattiva, a vederlo sembra quasi un gioco di gare automobilistiche e mi metto a ridere perché forse da bambino potevo giocare con una stupidaggine simile! L’unico a non sorridere è papà, che col dito mi indica un punto preciso del percorso: “Riccardo, questo è un gioco di ruolo esattamente come quello che stavi facendo tu. Però a differenza dell’altro, il mio lavora in realtà aumentata!”
Wow! Conosco l’argomento perché tante volte ho giocato coi Pokémon e altri mostriciattoli per smartphone, così inizio a curiosare scorrendo col dito sullo schermo: altro che gioco, questa è la mappa del campus! Anzi no, di tutta Bugliano! E un puntino col nome “Undet” viene mostrato nei luoghi dove io appoggio il dito: l’università, il ristorante Papero Offeso, persino la vecchia casa della mia povera mamma.
“Per il momento è la versione demo, non succede nulla. Ma una volta che la tua nuova identità sarà funzionante, il dissanguatore potrà seguirti.”
Cioè? Non ho capito: io e te abbiamo dovuto nasconderci in questa specie di centro termale in tanta malora poi basta che muovo il dito sul tablet e il killer sa dove sono?
“Glielo faccio credere! In realtà il localizzatore GPS falso è un modo per farlo uscire allo scoperto e appena possibile io e i miei uomini lo cattureremo ma il tuo aiuto è essenziale, sei tu che dovrai indurlo a mostrarsi.”
Ma allora cosa devo fare? Questo gioco è solo una stupidaggine in cui bisogna muoversi col ditino? Poi chi è Undet?
“Partiamo dalla fine: da ora in avanti, elimina tutti i tuoi pseudonimi in rete e ti chiamerai Undet. Undetectable Detective. Dovrai allearti col killer, calma e ti spiegherò tutto.”
Ancora una volta umiliato. Undetectable, non rilevabile! Il mio sogno di diventare Gifter Ricky, il creatore di giochi più popolare di Bugliano e col virus più forte del mondo, è sfumato di nuovo.
“Non ti è bastato avere una siringa avvelenata puntata alla gola?” Papà si mette a urlare, furioso; “trasmettere dovrebbe esser l’ultimo dei tuoi pensieri, adesso, perché ancora devi renderti conto che il destino di Bugliano è nelle tue mani!”
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