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Social network: momento nostalgia

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questo articolo vuole un po’ dare sfogo al sentimento di malinconia e nostalgia che proviamo di fronte ai social network perché giorno dopo giorno si stanno modificando in peggio, da Twitter a Facebook.

Ci dividiamo le esperienze non più come “elettrona e gifter” ma un capitolo ciascuno, in quanto speranze e delusioni che abbiamo provato hanno origini diverse.


Elena/Elettrona: l’illusione social

Nel 2008 ho sentito parlare di Facebook per la prima volta come “sistema per ritrovare i vecchi amici”, idea con la quale Zuckerberg ha illuso il mondo intero.

Durante l’adolescenza negli anni 90 avevo stretto amicizia con persone da regioni italiane diverse e all’epoca non esistevano tecnologie in grado di consentire a un cieco di corrispondere per lettera con un vedente.

In più eravamo pochissimi ad avere i computer quindi è stato inevitabile che i rapporti morissero di inerzia.

Quando però è arrivato Facebook, ho aggiunto parecchi di loro e dopo i primi entusiasmi del risentirsi condividendo i vecchi aneddoti si tornava a essere degli estranei come prima.

Succede così anche con le rimpatriate di classe organizzate a trent’anni di distanza, ma ammetto che le barriere dovute alla mia condizione di disabilità mi hanno fatto perdere il lume della ragione e ho compiuto la scelta di iscrivermi a quel social basandomi su dei ricordi che solo io sentivo ancora vivi.

Poco male, ormai ci ero dentro! Se non è utile per gli amici, usiamolo per gli hobby e il lavoro.

Giochi, pagine, gruppi, ho iniziato a farmi una bella rete fondata su argomenti che seguivo e nel tempo lo sentivo come una specie di “paradiso”: persone, associazioni o aziende che mi interessavano erano tutte lì senza dover scomodarmi ad accedere ai loro spazi web.

Un risparmio di tempo e di frustrazione perché leggevo le notizie sempre dalla stessa interfaccia evitando di combattere contro i problemi di accessibilità web che spesso e volentieri i siti “tradizionali” si portano dietro.

Ci si prendeva in giro, si litigava, ci si scambiavano informazioni e tutto era in ordine cronologico, all’incirca fino al 2014-2015.

Ho però iniziato ad accorgermi di quanto Facebook fosse ingannevole, non appena Zuckerberg ha introdotto l’algoritmo: il sistema rende visibili i post delle realtà paganti, o quelle che hanno più interazioni, non importa se sono apprezzamenti o critiche.

Da lì ha iniziato a scadere la qualità dei contenuti ed è il robot a decidere cosa va bene e cosa no.

Anche PlusBrothers era nato su Facebook nel 2019 e l’algoritmo più di tanto non dava fastidio, poi dal 2020 la pandemia coi relativi effetti sulle persone chiuse in casa, ha aumentato la disinformazione e l’odio on line in modo esponenziale finché pure noi ci siamo trovati in mezzo.

Tuttavia i peggiori timori sono sopraggiunti dopo l’elezione di Trump a fine 2024 perché Facebook ha deciso (almeno in America) di allentare le restrizioni per tutelare la “libertà di espressione” col rischio però di sdoganare l’odio on line e nascondere chi in qualche modo si oppone alla politica dei Repubblicani.

Pubblicità e messaggi politici che nascondono i contenuti interessanti? E io non ci posso più fare niente? Voglio scendere, anche se in Europa sembra che le aziende di tecnologia abbiano firmato un accordo contro l’incitamento all’odio. Ma siccome gli odiatori ci sono sempre stati, io non mi fido.

A pensarci bene, avrei dovuto chiudere Facebook nel 2008 dopo la delusione dei falsi amici ritrovati? Probabilmente sì, ma eviterei di ragionare col senno di Poi. L’ho chiuso nel 2025 e va bene così.

Twitter invece almeno inizialmente era diverso: dapprima con 140 caratteri di limite per i post, e poi 280, era interessante e veloce da consultare perché era per lo più testuale e al massimo c’erano dei link alle notizie che venivano condivise.

Seguivo parecchi blog e giornali sull’informatica però anche lì gradualmente è arrivata la pubblicità, poi i messaggi di odio sempre più in evidenza, e l’acquisizione da parte di Elon musk ha sancito l’addio definitivo.

Alessandro/Gifter: gay, HIV e social

A differenza di Elettrona non sono mai stato amante dei social network infatti sono entrato in Facebook col nome vero nel 2016 salvo cancellarmi pochi mesi dopo perché era pieno di spazzatura già allora e mi faceva perdere tempo.

Gli unici dove sono stato iscritto per più tempo erano Twitter, da cui mi sono levato a fine 2020 e Google+ che è stato chiuso nel 2019 però io c’ero fino al 2013.

L’idea di condividere la propria vita in tempo reale col mondo non mi è mai piaciuta a maggior ragione per HIV. Google+ e Twitter erano pieni di gay con cui ho potuto confrontarmi ma sempre fino a un certo punto.

Al social network preferisco i forum, per fortuna ci sono ancora e si può essere (relativamente) anonimi perché anche se i miei contatti reali sanno che ho l’HIV, esporsi volutamente allo stigma non ha senso.

L’algoritmo maledetto ficca il naso dove non deve e io non ho intenzione di mettermi a nudo nel vero senso della parola davanti all’universo mondo – ho dato una mano a ELettrona finché ha tenuto la pagina e ormai anche quello è parte del passato.

Mi manca la vecchia Internet dove probabilmente si faceva più fatica a cercare un’informazione ma non rischiavi di trovarti la pubblicità delle app di incontri mentre leggevi un articolo.

A proposito: le applicazioni per cercare avventure sessuali sono peggio dei social! Vade retro!


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