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Tra i due mondi 04 – Ariel scopre Freddie

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La sirenetta Ariel, insieme ai suoi nuovi amici umani, finalmente inizia a scoprire il mondo. Partendo dalla musica.


Tra i due mondi 04 – Ariel scopre Freddie

Seduta sulla carrozzina, Ariel si fece accompagnare dal suo nuovo amico umano che iniziò a spingerla sempre più velocemente; col vento a scompigliarle i capelli, si lasciò andare in una risata liberatoria: “mi sembra di volare, è incredibile! Vai più forte!” Lui non se lo fece ripetere e spinse ancora di più fino a percorrere tutta la passerella, ma accortosi di essersi troppo allontanato decise di tornare indietro da Clara, rimasta da sola e vulnerabile sulla pedana.

“Peccato non ci si stia in due qui sopra”, sorrise Ariel quando l’uomo la aiutò a scendere e la carrozzina tornò alla legittima proprietaria. “Ma posso sapere il tuo nome?”

“Io, mi chiamo Eric. Hai sentito forse un altro nome da Clara e tua sorella, ma tu non hai diritto di usarlo!”

Lui le tese la mano per presentarsi ma la sirenetta, fraintendendo il gesto, gli porse lo smartphone trovato nella nave affondata. “Waterproof”, sorrise grato mentre col dito sbloccava l’apparecchio. “Lo vedi? Noi umani sappiamo difenderci, il mare non ci fa paura e inventiamo macchine che sopravvivono all’acqua.”

Scorrendo con le dita, Eric non impiegò molto ad aprire l’applicazione delle foto e le sfogliò una a una: erano suddivise per data e ogni scatto immortalava le sirene. Ariel e Attina al sole, Attina che cantava seduta su uno scoglio, Ariel con la conchiglia di Atlantica in mano e nell’ultima immagine Attina sfoggiava la sua medaglia col segno biohazard, luccicante in mezzo ai seni. Poi entrò in una cartella nascosta e sorrise compiaciuto, alla vista delle sue foto segrete.

“Che culo”, esclamò lui e Ariel gli tolse indignata il telefono di mano; “ragazzo, chi ti ha dato il permesso di fotografarmi il sedere! Ha ragione Attina sei uno stronzo!”

“Intendevo… Intendevo fortuna”, rispose imbarazzato; “ammetto che tu e tua sorella avete un bel culo tutte e due anche se è pieno di squame.”

Clara, dalla carrozzina, sorrise divertita; era chiaro che faceva il tifo per la nuova confidenza tra il suo compagno e la sirena! “Non devi offenderti Ariel”, le spiegarono insieme i due amici. “Se lui ti dice che hai un bel culo ti sta facendo un complimento.”

Inaspettatamente l’uomo allungò una mano e diede una pacca affettuosa sul sedere alla sirena che, però, non accettò lo scherzo; Ariel stizzita si allungò sul bordo della pedana per rituffarsi in acqua, con tutta l’intenzione di riportarsi il prezioso smartphone negli abissi così da poter distruggere lui e le foto ma Eric, cercando di riprenderselo, sfiorò inavvertitamente l’icona della musica e avviò la riproduzione di una playlist!

Altro che carillon di Atlantica, quelle sì che erano note celestiali! La sirenetta si lasciò trasportare dai suoni e dal canto, una voce umana maschile calda, a volte bassa a volte graffiante.

“Oh, mio Dio”, le parole le si bloccarono in gola e sentì le lacrime iniziare a scenderle dagli occhi. “Sembra venuto dal cielo! Voglio… Anch’io vorrei cantare come lui.”

Clara scosse il capo di fronte alla commozione della nuova amica ed Eric spense la musica per un momento: “senza questo non puoi, Ariel”, le disse perentorio mostrandole il proprio tatuaggio col biohazard; “Freddie non vuole che i negativi come te provino a cantare i suoi brani.”

Senza capire l’improvvisa ostilità dell’amico, Ariel iniziò a piangere sulle note di Who wants to live forever; terminata la canzone decise di esporsi, sentiva di non avere più nulla da perdere: “Freddie, solo nominarlo è proibito giù nell’oceano! La mia sorellona Adella è stata punita per mesi…”

“Adella”, rispose lui amareggiato; “la conosco benissimo e ha combinato disastri inimmaginabili.”

Ariel rifletté su quanto raccontato dalle sorelle poco prima: Adella e il virus, il biohazard da nascondere, medicine: “mia sorella sta male?”, domandò impaurita. “Vi prego ditemelo se sapete qualcosa!”

Né Eric né Clara dissero una parola e si limitarono a guardarsi attorno: da distante si vedeva un gruppo di umani salire su una nave pronta a salpare, così attesero finché l’imbarcazione sparì alla loro vista.

“Non so come dirtelo, tesoro”, finalmente Eric parlò sicuro che solo Ariel e Clara potessero sentirlo. “Sai, è stata Adella a uccidere i delfini. Lei era così entusiasta del biohazard, aveva iniziato davvero a cantare tutte le canzoni di Freddie e io ero tentato di portarla a conoscerlo. Ma poi…”

“Che cazzo le racconti”, si indignò Clara; “sempre a fare terrorismo psicologico!”

“Poi ha voluto strafare”, continuò lui ignorando l’ammonimento della compagna; “Adella ha trasmesso il mio virus… Il virus di Freddie, ai delfini. E loro non sono sopravvissuti!”

Lentamente Ariel si trascinò sul bordo della pedana finché la sua coda di sirena toccò l’acqua e provò a rilassarsi con le onde che l’avevano cullata per una vita intera ma nulla riuscì ad alleviare lo shock della notizia appena ricevuta.

“Non voglio più tornare giù”, annunciò ai suoi amici; “vi prego aiutatemi, portatemi via, non voglio più stare con una famiglia che mi racconta bugie.”


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