Cambio di programma: le condizioni di salute sempre più precarie e il comportamento scorretto degli studenti, spingono Raymond Still ad accelerare con le sue attività. Le date non contano più, il tempo stringe!
Il tempo stringe
Voi che siete miei allievi da molto tempo sapete alla perfezione quanto io tenga alla puntualità nelle date e orari, nelle mie lezioni ho sempre cercato di trasmettervi questo valore che è uno dei punti fermi per avere una buona credibilità nel lavoro; sempre meglio anticipare, piuttosto di posticipare troppo!
E questa è una delle occasioni in cui il fattore tempo non gioca a mio favore: la mia ricerca va avanti dal 1991 come minimo, ho tra le mani il primo successo, e la morte deve venirmi incontro. Vi sembra giusto?
Lo so a cosa state pensando: “Perché Adri e non Lei, prof? Perché lui e non noi?” Si tratta del primo essere umano a provare l’efficacia dei miei studi e un test sul mio corpo mi avrebbe costretto a lasciare per sempre il laboratorio per prendermi cura dell’entità che avrebbe vissuto dentro di me da quel momento in poi. Così ho deciso di rivolgermi al corso di criminologia per trovare l’allievo più idoneo.
La scelta del profiler
La sensibilità di Adriano e la sua capacità di comprendere le persone solo guardandole o parlandoci occasionalmente assieme, mi hanno confermato che avevo davanti la persona giusta; ora sono qui con lui a vedere i risultati del nostro lavoro, e della nostra solida amicizia. Peccato per la sua paura degli aghi, decisamente ridicolo grande e grosso com’è, poi trema quando vede una siringa!
Avrei dovuto prelevargli il sangue il 24 novembre, data strategica perché sono trent’anni dall’inizio della mia ricerca invece ultimamente sono accaduti degli eventi che mi hanno costretto a sbrigarmi prima che la situazione andasse seriamente fuori controllo; forse ero troppo giovane all’epoca e non mi rendevo conto fino in fondo di cosa comportasse coinvolgere due entità, un uomo e un virus, in un progetto come il mio.
In tutto questo tempo ho avuto parecchi allievi accanto, ma nessuno a pelle mi dava la fiducia che ho provato per Adriano appena l’ho visto! Con tutto quello che ho lottato per arrivare a questo punto, ora non posso rischiare di fallire per colpa di qualche studentello alle prime armi; ci vuole sangue freddo, e Adri ce l’ha.
Mentre gli stringo il laccio emostatico per fargli il prelievo, decido che è venuta l’ora di fargli conoscere tutta la storia del piano che lui porterà avanti non appena io saluterò questo mondo.
Il progetto di Ray
La lotta iniziò nel 1987 quando un mio vecchio compagno di studi mi inviò una lettera annunciandomi che il suo datore di lavoro, una celebrità della musica, era in AIDS; avevo rotto l’amicizia con quel Mark Wilson da una vita per il suo carattere aggressivo e in fondo ero contento che avesse trovato un impiego presso una rockstar, dovevo però impedirgli di nuocere a una simile celebrità; quando annunciai di cercare un artista positivo per le mie ricerche sul talento e l’HIV, nessuno mi contattò e la lettera di Mark fu l’unica risposta.
Potevo rinunciare a un simile colpo di fortuna? Di trasmettere HIV sono capaci tutti, ma quando si tratta di trasferire da una persona all’altra anche talento ed emozioni del paziente zero, è un esperimento delicato e non si può sbagliare iniettando un virus debole o troppo aggressivo; nessuno doveva farsi male o andare in AIDS, nella maniera più assoluta!
Facendola breve, dal 1987 al 1991 viaggiai da Bugliano a Londra seguendo anche tutte le speculazioni che i giornali scandalistici mandavano sul mio possibile paziente zero, fino a che riuscii grazie ad alcuni medici a mettermi in contatto direttamente con lui. Capii di doverlo portare con me quando egli decise di ritirarsi dalla vita pubblica, ma aspettai il momento opportuno per non negargli la libertà di vivere l’ultimo periodo assieme alle persone che amava; farlo credere morto al mondo intero, l’avrebbe messo in sicurezza permettendoci di lavorare in tranquillità, per il resto del mondo Bugliano non esiste e noi avevamo campo libero da paparazzi, ammiratori e mitomani!
“Wilson, hai detto?” Mi chiede Adriano, girandosi dall’altra parte per non vedere la siringa che sto usando. “Il vuoto a perdere!”
Sì, proprio quello. Un fallito che vuole appropriarsi del successo altrui: il mio e quello di … Insomma, del paziente zero che tu hai visto e conosci benissimo.
Raccolgo il sangue in una provetta e applico a Adriano un cerotto. “Tieni premuto, tra 10 minuti te lo togli!” Lui però sembra non pensare più all’ago che gli ho tirato fuori dalla vena un momento fa: “Secondo me il prof di inglese è soltanto un farfallone, parla per niente ma non è lui il dissanguatore. Ne sono convinto. Tu fai lo scienziato che il profiler sono io! Vuoto a perdere è un poveraccio, lascialo nel suo brodo.”
Perdo la pazienza: doveva smettere di fare il poliziotto mentre era in laboratorio con me! Ora gli chiedo massima concentrazione perché pur non essendosene reso conto, questo per Adriano è il momento che gli cambierà l’esistenza per sempre.
Il mio sguardo non ammette repliche e lui improvvisamente torna alla realtà: “Cioè Ray, tu mi stai dicendo che mi hai iniettato l’HIV di Freddie Mercury? Le date corrispondono, 1987 è quando lui ha scoperto di avere l’AIDS anche se non lo disse a nessuno!”
Hai capito perfettamente, Adri. E se il virus è entrato davvero nel tuo corpo, dovrai prendertene cura. Ti darò istruzioni appena avremo il risultato.
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